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Palazzo DUFOUR BERTE | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | piazza Santo Spirito 9 |
Coordinate | 43°45′58.01″N 11°14′50.17″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Piani | quattro |
Realizzazione | |
Architetto | Baccio d'Agnolo |
Committente | Riniero di Bernardo DEI |
Palazzo Dufour Berte (costruito dalla famiglia Dei, e posseduto anche dalla famiglia Guadagni) è uno dei palazzi rinascimentali più importanti di Firenze, situato in piazza Santo Spirito all'angolo con via Mazzetta, che spicca con la sua mole tra le numerose case quattrocentesche che circondano la piazza. Le forme, prestigiose ma tuttavia domestiche e prive di sfarzi, hanno fatto da modello a tanti edifici fiorentini.
Storia
Il palazzo fu costruito per il mercante di seta Riniero di Bernardo Dei dopo il 1502, su un'area occupata dalle case della famiglia, in una zona tipicamente abitata da piccoli mercanti e artigiani. La famiglia lo detiene per 181 anni.
L'architetto fu probabilmente Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, anche se alcuni storici fanno anche il nome di Baccio d'Agnolo. Dopo l'estinzione della famiglia Dei, nell'ottobre del 1683 il palazzo venne lasciato in eredità alla congregazione dei Buonomini di San Martino, la quale lo vendette (come da loro proprie regole dettate da Sant'Antonino) e fu così acquistato da Donato Maria Guadagni. Nel 1837 l'ultima discendente si sposò con il marchese Dufour Berte, i cui discendenti posseggono ancora il palazzo.
Nella seconda metà del XIX secolo Giuseppe Poggi intervenne nel palazzo, creando un accesso per le carrozze e delle nuove scuderie. Fu anche rifatto lo scalone principale, con uno stile più moderno ed un diverso orientamento. Durante il periodo di Firenze Capitale ospitò il ministro Urbano Rattazzi, poi nell'epoca successiva fu abitato dal conte Valfredo Della Gherardesca. Dal 1912 al 1964 vi ebbe sede l'Istituto germanico di Storia dell'Arte (che oggi è presso il Palazzo Zuccari di via Giusti).
Al pianterreno nel 1914 venne inaugurata la prima biblioteca comunale di Firenze, che negli anni 2010 si è trasferita in altra sede.
In seguito al trasferimento della biblioteca il palazzo è divenuto sede del centro studi Accent Global Learning[1].
Descrizione
Impostato attorno a un cortile centrale con loggiato, è decorato all'esterno dal bugnato liscio al pian terreno, con uso di bugnato rustico limitato alle fasce angolari, nella tipica pietra fiorentina, la pietraforte. Le finestre si dispongono su tre ordini: rettangolari al pian terreno e centinate con le particolari cornici dalle chiavi di volta a goccia ai piani superiori. Un tempo era decorato da graffiti bianchi su fondo nero al primo e al secondo piano, opera niente meno che di Andrea del Sarto, ma sono andati perduti.
L'ultimo piano è coronato da una monumentale loggia trabeata, innovazione poi spesso copiata, che alleggerisce la massa muraria della facciata creando un gioco di pieni e vuoti, sopra il quale corre una gronda sporgente sorretta da mensole lignee. In basso la panca di via crea una sorta di basamento sui due lati verso la strada, che ricorda gli ordini antichi. Nella parte inferiore delle pareti esterne si sono conservati alcuni anelli per attaccare i cavalli, mentre la lanterna in ferro battuto, posta sulla cantonata, è attribuita al Caparra. Cinquecentesco è poi il grande portone ligneo intagliato e decorato con rosoni e borchie di ferro. Le chiavi pontificie nella parte alta sono uno degli emblemi della famiglia Dei, a ricordo di privilegi papali concessi alla casata nel XV secolo. La cancellata in ferro è coeva e reca un altro emblema familiare degli Dei, i gigli.
Il cortile, accessibile tramite un androne con volta unghiata su lesene e colonne peducci e capitelli rinascimentali, ha una forma insolita dovuta ai successivi rimaneggiamenti. Vi si notano i resti di una loggia tamponata, con capitelli raffinatamente decorati da delfini, volute e conchiglie. Due arcate maggiori, sui lati in asse con l'entrata principale, sono ribassate (in stile barocco), poggianti però su colonne rinascimentali. Oltre l'arco del lato est, sormontato da un monumentale stemma Guadagni, si trova un vano gemello all'androne, dove si trova una fontana a muro con una vasca a valva di conchiglia sormontata da un'edicola con un altorilievo con divinità marine, felini e un liocorno, simbolo araldico dei Guadagni, tra decorazioni a pietre spugnose. Una lapide sotto la vasca ricorda come l'acqua, per concessione granducale, vi arrivi direttamente dal giardino di Boboli.
Sul cortile si affacciano finestre architravate, sottolineate da cornici marcapiano, tra cui una, quella inferiore, decorata da dentelli.
Dall'androne una monumentale scalinata, opera del Poggi in sostituzione di una scala cinquecentesca più stretta e diversamente orientata, porta ai piani superiori.
La ricca quadreria ospitata nel palazzo, con circa 200 opere di scuola fiorentina, veneta e straniera, è andata dispersa.
Bibliografia
- Sandra Carlini, Lara Mercanti e Giovanni Straffi, I Palazzi: Arte e storia degli edifici civili di Firenze, vol. 1, Firenze, Alinea Editrice, 2001, ISBN 978-88-8125-507-8.
- Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze (Cloisters & courtyards of Florence), Firenze, Alinea Editrice, 1997, ISBN 88-8125-180-9.
- Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Firenze, Le Lettere, 1995, ISBN 88-8125-180-9.
- Toscana Esclusiva XIV edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane, Firenze 2009.
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