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Indice
San Crodegango di Metz | |
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Vescovo | |
Nascita | Hesbaye, 712 circa |
Morte | Metz, 6 marzo 766 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 6 marzo |
Crodegango di Metz (Hesbaye, 712 circa – Metz, 6 marzo 766) è stato un vescovo franco, imparentato con Pipino, fu referendario di Carlo Martello e nel 742 venne eletto vescovo di Metz. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Crodegango vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Metz dal 742 al 766 Abate di Lorsch dal 764 765 |
Nato | Hesbaye, 712 circa |
Deceduto | Metz, 6 marzo 766 |
Nato nel Brabante da una nobile famiglia franca, era figlio di Sigramnus, conte di Hesbaye, e di Landrada, figlia di Lamberto di Hesbaye e di Clotilde, figlia di Teodorico III. Egli venne educato presso il monastero benedettino di Saint-Trond e nel 737 venne nominato da Carlo Martello referendario del regno di Austrasia. Il 30 settembre del 742 venne consacrato vescovo di Metz, ma conservò le cariche a corte: divenne uno dei principali collaboratori di Pipino il Breve in materia di politica ecclesiastica e si fece promotore della riorganizzazione della Chiesa e della vita religiosa nei suoi territori.
La sua principale preoccupazione fu quella di esercitare un severo controllo sui costumi del clero secolare: a tal fine, promulgò un parvum decretulum che impose ai sacerdoti la vita comune e stabilì per essi l'obbligatorietà dell'ufficiatura di tipo monastico. Queste norme, 34 canoni ricalcati sulla regola di san Benedetto, vennero riprese e ampliate nel concilio di Aquisgrana dell'816 ed estese al territorio di tutto l'Impero; la regola servì di modello anche ai canonici regolari, che considerano Crodegango il loro fondatore.
Nel 753 si recò a Roma per prelevare papa Stefano II e scortarlo a Ponthion, dove il pontefice incontrò Pipino (6 gennaio 754) e lo persuase ad assumersi la difesa di Roma e ad indurre il re dei Longobardi, Astolfo, ad abbandonare i territori conquistati ai Bizantini. Dopo il suo viaggio Crodegango si adoperò per introdurre nei territori franchi la prassi liturgica e l'architettura sacra che aveva avuto modo di conoscere nell'Urbe: per discutere e far adottare le nuove regole canoniche indisse e presiedette i concili provinciali di Verneuil, Compiègne e Attigny. Nel 764 suo cugino Cancor, assieme alla di lui madre e vedova Williswinda, fondò l'abbazia di Lorsch e Crodegango ne divenne il primo abate; gli successe poi il fratello Gundeland.
Probabilmente in occasione del suo viaggio a Roma, Crodegango scoprì il canto vetero-romano. Da questo elaborò una sintesi con il canto gallicano e così nasce il canto messino, antenato del canto gregoriano.
Contribuì alla fondazione di numerose abbazie, tra cui quelle di Gorze, Gengenbach e Lorsch e fu durante un ultimo viaggio a Roma che ricevette da papa Paolo I le reliquie di san Gorgonio destinate all'abbazia di Gorze.
Culto
La sua Memoria liturgica cade il 6 marzo.
«A Metz in Austrasia, nell’odierna Francia, san Crodegango, vescovo, il quale dispose che il clero vivesse come tra le mura di un chiostro sotto una esemplare regola di vita e promosse notevolmente il canto liturgico.»
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina in lingua latina dedicata a Crodegango di Metz
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Crodegango di Metz
Collegamenti esterni
- Crodegango, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Carlos da Silva Tarouca, CRODEGANGO (Chrodegangus), vescovo di Metz, santo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- (DE) Chrodegangus Metensis. Chrodegang von Metz, su ALCUIN, Università di Ratisbona.
- (EN) Opere di Crodegango di Metz, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Francis Mershman, St. Chrodegang, in Catholic Encyclopedia, vol. 3, Robert Appleton Company, 1908.
- Fabio Arduino, San Crodegando di Metz. Vescovo, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it, 8 marzo 2007.
- (DE) Friedrich Wilhelm Bautz, Chrodegang, in Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon
Controllo di autorità | VIAF (EN) 261306686 · ISNI (EN) 0000 0001 1023 217X · BAV 495/48468 · CERL cnp01467261 · LCCN (EN) n87115676 · GND (DE) 120697203 · BNF (FR) cb15010645p (data) · J9U (EN, HE) 987011245286305171 |
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