Precessione dell'asse terrestre.

La precessione degli equinozi risulta da un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento, ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse.

L'asse terrestre subisce una precessione (una rotazione dell'asse attorno alla perpendicolare all'eclittica, simile a quella di una trottola) a causa dell'interazione di due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra (che รจ approssimativamente uno sferoide oblato, sporgente all'equatore[1]) e le forze gravitazionali della Luna e del Sole che, agendo sulla sporgenza equatoriale, cercano di allineare l'asse della Terra con la perpendicolare al piano dell'eclittica.

Rotazione, precessione e nutazione della Terra

Il risultato รจ un moto di precessione che compie un giro completo ogni 25 772 anni circa,[2] periodo noto anche con il nome di anno platonico, durante il quale la posizione delle stelle fisse sulla sfera celeste cambia lentamente, determinando l'avvicendarsi delle diverse ere astrologiche. Di conseguenza, anche la posizione dei poli celesti cambia: tra circa 13.000 anni sarร  Vega e non l'attuale Polaris, nota comunemente col nome di Stella Polare, a indicare il polo nord sulla sfera celeste.

La precessione di una trottola.

La precessione non รจ perfettamente regolare, perchรฉ la Luna e il Sole non si trovano sempre nello stesso piano e si muovono l'una rispetto all'altro, causando una variazione continua della forza agente sulla Terra. Questa variazione influisce anche sul moto di nutazione terrestre.

Precessione planetaria

Rotazione, rivoluzione e precessione della Terra.

Premessa

Prima di entrare nello specifico, conviene tenere presente i seguenti punti.

  • In un giorno, la Terra compie una rotazione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno a un asse che attraversa i poli.
  • In un anno, la Terra compie una rivoluzione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno al Sole.
  • Il piano equatoriale, perpendicolare all'asse di rotazione terrestre e passante per l'equatore, non coincide con il piano dell'eclittica, contenente l'orbita descritta dalla Terra nella sua rivoluzione intorno al Sole, ma forma con essa un angolo di 23ยฐ 27'.

Moto di precessione dell'asse terrestre

Lo schiacciamento della Terra ai poli puรฒ essere schematizzato ipotizzando la Terra sferica con una massa anulare addizionale (in azzurro) intorno all'equatore. L'attrazione gravitazionale (in verde) esercitata principalmente dalla Luna e dal Sole sulla massa anulare addizionale dร  origine a una coppia di forze (in arancione) che sposta l'asse di rotazione (in giallo con senso antiorario) verso una nuova direzione (in viola con senso antiorario), dando luogo al movimento di precessione (in bianco con senso orario).

La precessione dell'asse terrestre รจ dovuta, come giร  detto, a due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra, che presenta un rigonfiamento all'equatore a seguito della rotazione su sรฉ stessa e la presenza di corpi celesti che producono una coppia gravitazionale su tale rigonfiamento.

Se la Terra fosse perfettamente sferica nessun corpo celeste potrebbe esercitare una coppia gravitazionale su di essa: perรฒ, a causa del rigonfiamento equatoriale, la Luna e il Sole producono una coppia gravitazionale che tende a raddrizzare la Terra, ossia a far coincidere il piano equatoriale con il piano dell'eclittica (e, di conseguenza, l'asse di rotazione con la perpendicolare all'eclittica). รˆ questa coppia (l'equivalente del colpetto dato alla trottola descritta sopra) che provoca la precessione in senso orario dell'asse di rotazione terrestre. Poichรฉ essa รจ dovuta all'effetto combinato di Luna e Sole, viene piรน propriamente chiamata precessione lunisolare.

Anche gli altri pianeti del sistema solare, in misura nettamente minore, esercitano una attrazione sulla Terra, dando vita alla cosiddetta precessione planetaria: quest'ultima รจ trascurabile rispetto alla precessione lunisolare.

L'effetto della precessione lunisolare รจ di 50,37" (0ยฐ 0' 50,37") all'anno in senso orario (di cui 30" all'anno per esclusiva influenza lunare), mentre la precessione planetaria รจ di 0,11" (0ยฐ 0' 0,11") all'anno in senso antiorario: pertanto, la precessione totale risulta essere di circa 50,26" all'anno in senso orario.

L'asse terrestre descrive quindi una circonferenza completa in circa 25786 anni.[3]

Precessione oraria dell'asse terrestre

Il fatto che il moto di precessione della Terra sia orario mentre quello di rotazione su se stessa sia antiorario non รจ in contrasto con l'esempio della trottola. Infatti, se la Terra fosse diritta e una forza provasse a inclinarla, allora essa svilupperebbe un moto di precessione antiorario, nello stesso verso quindi della rotazione su sรฉ stessa, proprio come nel caso della trottola.

In questo caso, perรฒ, si verifica la situazione opposta: la Terra รจ inclinata e una forza tende a raddrizzarla, facendo nascere un moto di precessione orario, contrario al verso antiorario di rotazione della Terra. Ciรฒ รจ una diretta conseguenza della seconda equazione cardinale nella sua forma semplificata. Si supponga per semplicitร  che sulla Terra agisca solo il Sole, senza considerare la Luna e gli altri pianeti. Direzione e verso del vettore momento agente sulla Terra (a causa della sua forma oblata e dell'attrazione gravitazionale solare) sono gli stessi del vettore derivata del momento angolare terrestre. Ciรฒ vuol dire che, istante per istante, la punta del vettore momento angolare terrestre (diretta verso il polo Nord), tende a spostarsi seguendo direzione e verso del vettore momento agente sulla Terra. Nel caso della trottola, il vettore momento agente sul corpo (generato dalla coppia formata da forza peso e reazione vincolare) รจ opposto a quello appena descritto, pertanto i due moti di precessione avvengono in sensi opposti.

Differenza tra anno solare e anno siderale

Si faccia riferimento alla figura sotto: in essa, al solstizio d'estate, la Terra si trova a sinistra rispetto al Sole, inclinata verso quest'ultimo di 23ยฐ27', standogli perfettamente di fronte. Supponiamo che la Terra, dopo circa un anno, abbia descritto un'orbita di 360ยฐ intorno al Sole, portandosi nuovamente a sinistra: anche se continua a essere inclinata di 23ยฐ27' essa perรฒ non sta perfettamente di fronte al Sole come succedeva l'anno prima. Infatti, a causa del moto di precessione occorso in senso orario, la Terra รจ girata un po' a destra: dal punto di vista del Sole รจ come se la Terra guardasse alla sua sinistra. Se si vuole considerare il punto in cui la Terra torna a stare esattamente di fronte al Sole non bisogna arrivare a 360ยฐ: bisogna, invece, considerare 360ยฐ meno una piccola frazione di grado (50"). Di conseguenza, la Terra guarderร  direttamente verso il Sole dopo aver descritto 359ยฐ59'10" e non 360ยฐ, come evidenziato dalla figura. A causa del moto di precessione dell'asse terrestre, l'anno sidereo รจ di 20 minuti e 23,53 secondi piรน lungo dell'anno tropico.

Il tempo impiegato dalla Terra per ruotare di 360ยฐ intorno al Sole corrisponde all'anno siderale, mentre quello impiegato per compiere 359ยฐ59'10" corrisponde all'anno solare o tropico: quest'ultimo รจ quello che, comunemente, viene chiamato anno. Il calendario gregoriano, da noi in vigore, si basa sull'anno tropico e non su quello siderale: esso, quindi, tiene conto della precessione degli equinozi e garantisce che il solstizio d'estate capiti sempre lo stesso giorno dell'anno, cosa che non succederebbe se si basasse sull'anno siderale. D'altronde, poichรฉ l'equinozio รจ dato da una reciproca posizione Terra/Sole, non avrebbe senso rifarsi all'anno siderale, poichรฉ esso dipende da una rotazione completa di 360ยฐ della Terra intorno al Sole e non dal ripresentarsi della reciproca posizione tra i due corpi celesti.

Trascorso un anno, il solstizio d'estate si anticipa di 50"

Effetti della precessione

Spostamento degli equinozi

La linea degli equinozi รจ quella che congiunge il punto in cui si verifica l'equinozio di primavera con quello in cui si verifica l'equinozio d'autunno. Come accade per i solstizi, anche gli equinozi si spostano di 50,26" l'anno in senso orario o, equivalentemente, di 1ยฐ ogni 71,6 anni circa. La linea degli equinozi quindi si sposta nel tempo girando in senso orario e compiendo un giro completo di 360ยฐ in circa 25 800 anni: la Terra, di conseguenza, assume inclinazioni opposte ogni 12 900 anni circa.

Ogni 12 900 anni circa, il solstizio d'estate si verifica in posizione diametralmente opposta a quanto succedeva prima.

รˆ proprio dal fatto che la linea degli equinozi si anticipa di anno in anno che l'intero fenomeno prende il nome di precessione degli equinozi: il termine precessione deriva dal latino e significa precedere, appunto a ricordare che gli equinozi ogni anno si presentano spazialmente con un leggero anticipo rispetto all'anno precedente. Difatti, poichรฉ ciรฒ che determina un equinozio รจ la durata eguale fra il dรฌ (ore di luce) e la notte (ore di oscuritร ), esso si verifica quando la Terra e il Sole si trovano reciprocamente in posizione tale da consentire questo fenomeno: la precessione modifica esclusivamente la posizione sull'orbita in cui si verifica l'equinozio (dimensione spaziale), ma esso permane sempre nella stessa data (dimensione temporale).

La precessione fa sรฌ che il ciclo delle stagioni - associato all'anno tropico e pari al tempo richiesto per ritornare nello stesso solstizio o equinozio, della durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi - sia di circa 20 minuti piรน breve del tempo necessario alla Terra per ritornare nella stessa posizione rispetto alle stelle fisse - associato all'anno siderale e pari al tempo richiesto dalla Terra per compiere una rotazione di 360ยฐ, della durata di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9 secondi.

Giร  il calendario giuliano si basava sull'anno tropico cosรฌ da far cadere l'inizio di una stagione sempre nello stesso giorno: era perรฒ un po' piรน lungo di un anno tropico reale perchรฉ inseriva un anno bisestile ogni 4 anni e quindi portava ad avere un anno medio di 365 giorni e 6 ore, ossia circa 11 minuti piรน di quanto avrebbe dovuto essere. L'eccedenza accumulatasi nei secoli divenne di 10 giorni alla fine del XVI secolo: fu allora adottato il calendario gregoriano, cosรฌ chiamato perchรฉ voluto da papa Gregorio XIII e secondo il quale gli anni "centenari" (quelli che finiscono per "00") non divisibili per 400 non vengono piรน considerati bisestili. Ad esempio, il 1600 e il 2000 sono stati bisestili perchรฉ divisibili per 400 ma non lo sono stati piรน il 1700, 1800 e 1900 che prima, con il calendario giuliano, lo sarebbero stati.

In pratica, nell'arco di 400 anni, il calendario gregoriano toglie tre anni bisestili "centenari", portando la durata media dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi: rispetto all'anno tropico รจ ancora un po' lungo ma non di 11 minuti come nel calendario giuliano, bensรฌ di soli 26 secondi.

Spostamento dei poli

La proiezione del percorso di precessione del Polo Nord sul cielo fisso dell'epoca J2000.0 per l'intervallo di tempo da 48000 a.e.v. al 52000 a.e.c..[4]
Cambiamento del polo sud celeste che si verifica nel corso di un anno platonico (25.800 anni) in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi.

La precessione dell'asse terrestre comporta che esso punti nel tempo in direzioni diverse: attualmente, il polo nord della sfera celeste, la proiezione sulla sfera celeste dell'asse terrestre in direzione del Polo Nord, si trova a meno di 1ยฐ dalla non molto luminosa stella Polare, la cui magnitudine apparente รจ infatti di solo 1,97: il momento di maggior vicinanza alla direzione del polo si รจ avuto nel 2017.

Nel 3000 a.C., l'asse terrestre puntava sulla ancor piรน debole Thuban nella costellazione del Dragone: con una magnitudine apparente di 3,67, essa รจ cinque volte meno luminosa della Polaris e risulta del tutto invisibile nelle odierne, illuminate aree urbane.

Tra circa 12 000 anni, invece, toccherร  alla brillantissima Vega assumere il ruolo di stella polare.

Il polo sud si trova in una porzione di cielo particolarmente sgombra di stelle brillanti. L'attuale stella polare sud รจ ฯƒ Octantis che รจ di magnitudine 5,5 e quindi a malapena visibile a occhio nudo anche sotto un cielo particolarmente scuro.

Cambiamento delle coordinate

Anche se la precessione dell'asse terrestre (e quindi la rotazione della volta celeste) avviene lentamente, il livello di precisione con cui lavorano gli astronomi รจ tale che essa deve essere presa in considerazione se non si vuole che le posizioni delle stelle risultino sbagliate. Gli astronomi devono quindi specificare l'epoca alla quale le coordinate di un corpo celeste sono riferite. Durante la maggior parte del XX secolo รจ stata usata l'epoca 1950, mentre oggi si usa l'epoca 2000. In pratica, si danno le posizioni delle stelle come erano durante l'anno specificato e si applica poi un fattore correttivo (usando formule standardizzate) per tener conto della differenza tra l'anno dell'epoca e la data odierna.

Spostamento delle costellazioni

Cambiando le coordinate delle stelle, cambiano anche quelle delle costellazioni da esse arbitrariamente composte dagli astronomi.[5] Tale cambiamento, quindi, interessa anche lo zodiaco, che รจ la fascia della sfera celeste che contiene l'eclittica, cioรจ il percorso del Sole, della Luna e dei principali pianeti, ed รจ suddivisa in settori a seconda appunto delle costellazioni.[6]

Ere astrologiche

Anticamente i dodici segni astrologici erano stati identificati con le suddette costellazioni zodiacali. Il primo di questi segni era quello in cui sorgeva il Sole al momento dell'equinozio di primavera, cioรจ l'Ariete, nel cosiddetto punto vernale o punto gamma, caratterizzato dal passaggio del Sole dall'emisfero australe a quello boreale (quando il piano dell'eclittica interseca il piano equatoriale terrestre).

A causa della precessione degli equinozi, i segni zodiacali si sono oggi spostati rispetto alle costellazioni da cui avevano preso il nome: tra l'inizio di un certo segno zodiacale, ad esempio l'Ariete, e l'entrata del Sole nella costellazione omonima, passa circa un mese.[7]

Questo mutamento determina l'avvicendarsi delle diverse ere astrologiche: quella in cui il Sole entrerร  nella costellazione dell'Aquario all'equinozio di primavera, ad esempio, sarร  chiamata era dell'Aquario. Gli astrologi occidentali, tuttavia, continuano per comoditร  a riferirsi allo zodiaco tropicale, basato su una suddivisione dell'eclittica in dodici settori di 30 gradi ciascuno,[8] indipendenti dalle costellazioni.[9]

Negli ultimi 2150 anni, la precessione ha spostato gli equinozi (e i solstizi) all'incirca di trenta gradi,[10] cifra destinata ad aumentare per tutto l'anno platonico, provocando uno sfasamento dello zodiaco occidentale rispetto a quello siderale,[11] cioรจ un altro zodiaco che continua invece a identificare i segni astrologici con le costellazioni.[12]

La precessione maturata in 2100 anni ha comportato la rotazione dell'asse terrestre di 30ยฐ alla sua destra: al solstizio d'estate, mentre 2100 anni fa il sole si trovava a transitare nella costellazione del Cancro, oggi, a causa della precessione, lo stesso transita in quella dei Gemelli.

Precessione: il calendario

Nel calendario giuliano ogni anno l'equinozio si verificava leggermente in anticipo rispetto alla data dell'anno precedente. Il calendario gregoriano, invece, รจ quasi perfettamente sincronizzato con l'anno tropico per cui l'equinozio di primavera ha sempre luogo il 21 marzo. Nel calendario gregoriano, quindi, si verifica un'apparente recessione delle costellazioni zodiacali. Il Sole, cioรจ, entra in una costellazione ogni anno leggermente piรน tardi dell'anno prima.

Storia

Babilonesi

Secondo Albategnius,[13] gli astronomi caldei distinguevano l'anno tropico, stimato in 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 30 secondi, dall'anno siderale, stimato in 365 giorni, 6 ore e 11 minuti e quindi dovevano essere a conoscenza della precessione.

Si รจ inoltre discusso[14] del fatto che l'astronomo Kidinnu avesse ipotizzato la precessione giร  nel 315 a.C.: tuttavia, non ci sono indicazioni che egli avesse realmente raggiunto una tale conclusione e quindi si รจ propensi a scartare l'idea che l'astronomo babilonese sia stato il primo scopritore del fenomeno.

Egizi

Lo zodiaco del Tempio di Hathor a Dendera

Altri sostengono[15][16] che la precessione fosse nota agli antichi Egizi prima di Ipparco.

Alcune costruzioni (come quelle nel complesso templare di Karnak) sarebbero allineate verso punti dell'orizzonte in cui certe stelle sorgevano o tramontavano in momenti chiave dell'anno. Quando, trascorso qualche secolo, la precessione rendeva gli allineamenti obsoleti, i templi venivano nuovamente ricostruiti per tenere conto delle nuove orientazioni.[17] รˆ da notare tuttavia che il fatto che l'allineamento di una stella fosse diventato obsoleto non necessariamente significava che gli Egizi avessero compreso il meccanismo dello spostamento delle stelle nel cielo al passo di 1ยฐ ogni 72 anni: ciรฒ nonostante, ipotizzando che registrassero la data della ricostruzione dei templi, รจ plausibile supporre che avessero notato, sia pure approssimativamente, il fenomeno della precessione.

Un altro esempio a sostegno della conoscenza del fenomeno da parte degli Egizi รจ dato[18] dallo Zodiaco presente nel tempio di Hathor a Dendera della tarda etร  tolemaica (periodo storico dell'Egitto che va dal 305 a.C. al 30 a.C., non correlato al nome di Claudio Tolomeo menzionato piรน avanti): si ritiene che tale mappa registri la precessione degli equinozi.

Ad ogni modo, anche ammesso che gli Egizi conoscessero la precessione, tale fatto non รจ stato tramandato in alcun testo astronomico.

Ipparco

Anche se Aristarco di Samo possedeva valori distinti per l'anno tropico e l'anno siderale giร  nel 280 a.C., la scoperta della precessione รจ solitamente attribuita all'astronomo greco Ipparco di Nicea, intorno al 130 a.C., il quale ne diede una spiegazione nella sua opera Sullo spostamento dei segni solstiziali ed equinoziali; l'opera di Ipparco รจ andata perduta, ma il metodo da lui adottato รจ descritto nell'Almagesto[19] di Claudio Tolomeo, astronomo del II secolo.

Ipparco misurรฒ la longitudine dell'eclittica della stella Spica e di altre stelle luminose durante un'eclissi lunare.[20] Egli aveva giร  sviluppato un metodo per calcolare la longitudine del Sole in ogni momento del giorno e della notte: bastava quindi sommare a questo dato altri dati opportuni per ricavare la posizione di una stella. Pensรฒ allora di basarsi sulle eclissi lunari che si verificano sempre di notte (quando anche le stelle sono visibili per poterle misurare), durante un plenilunio, in corrispondenza dell'allineamento Luna-Terra-Sole: al culmine dell'eclissi, la Luna รจ esattamente a 180ยฐ dal Sole. A Ipparco bastรฒ semplicemente misurare l'arco longitudinale che separava Spica dalla Luna proprio al culmine dell'eclissi: a questo valore, egli sommรฒ la longitudine che presentava il Sole in quel momento grazie al metodo che aveva sviluppato, piรน 180ยฐ per la longitudine della Luna, in esatta opposizione al Sole. Trovรฒ cosรฌ che Spica era circa 6ยฐ a ovest del punto dell'equinozio autunnale. Confrontando le sue misurazioni con quelle di Timocari di Alessandria (contemporaneo di Euclide) e di Aristillo (III secolo a.C.), autori del primo catalogo stellare del mondo occidentale di cui si abbia traccia, notรฒ che la longitudine di Spica era diminuita di circa 2ยฐ in piรน di 150 anni. Ipotizzรฒ che solo le stelle dello zodiaco si fossero spostate nel tempo: Tolomeo la chiamรฒ "prima ipotesi",[21] ma non riportรฒ altre successive ipotesi che Ipparco avrebbe successivamente avanzato. Considerando lo spostamento misurato di 2ยฐ in 150 anni, Ipparco stimรฒ la precessione in 48" l'anno,[22] molto vicino al valore effettivo di 50,26"[23] e senz'altro migliore della stima di 36" fatta tre secoli dopo da Tolomeo.

Ipparco inoltre studiรฒ la precessione nell'opera Sulla lunghezza dell'anno. Usando le osservazioni degli equinozi e dei solstizi, notรฒ che la lunghezza dell'anno tropico era di 365+1/4-1/300 giorni, ovvero 365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 12 secondi; avendo stimato che la velocitร  di precessione era non inferiore a 1ยฐ in un secolo, calcolรฒ la durata dell'anno sidereo in 365+1/4+1/144 giorni, ovvero 365 giorni, 6 ore e 10 minuti.

Tolomeo

Claudio Tolomeo

Il primo astronomo a continuare il lavoro di Ipparco sulla precessione fu Claudio Tolomeo nel II secolo. Tolomeo misurรฒ la longitudine di Regolo, Spica e altre stelle luminose ma senza basarsi sulle eclissi di Luna come aveva fatto Ipparco.

Prima del tramonto, egli misurรฒ l'arco longitudinale che separava la Luna dal Sole. Poi, dopo il tramonto, misurรฒ l'arco longitudinale che separava la Luna dalla stella in considerazione. Usรฒ il metodo che aveva sviluppato Ipparco per calcolare la longitudine del Sole e operรฒ delle correzioni per tener conto del moto della Luna e della sua parallasse durante il tempo intercorso tra la misura fatta prima del tramonto e quella dopo il tramonto.

Tolomeo confrontรฒ i suoi dati con quelli di Ipparco, Menelao di Alessandria, Timocari e Agrippa, e scoprรฌ che tra l'epoca di Ipparco e la sua (circa 265 anni), le stelle si erano spostate di 2ยฐ 40', ossia 1ยฐ in un secolo (36" l'anno contro i 50,26" l'anno attualmente accertati equivalenti a 1ยฐ in 72 anni).

Osservรฒ inoltre che la precessione riguardava tutte le stelle fisse e non solo quelle vicino all'eclittica, come ipotizzato da Ipparco.

Altri astronomi dell'antichitร 

La maggioranza degli astronomi dell'antichitร  non fa menzione della precessione. Alcuni, come il filosofo Proclo, ne rifiutarono l'esistenza, mentre altri, come Teone di Alessandria, accettarono le teorie di Tolomeo.

Teone nel suo commentario alle tavole manuali di Tolomeo racconta che Tolomeo aveva scartato un'altra teoria, proposta da "antichi astrologi", secondo la quale il punto gamma, dopo aver raggiunto nel 158 a.C. il punto zodiacale a 8ยฐ di arco in Ariete avrebbe cominciato a recedere di 1ยฐ ogni 80 anni fino a portarsi in Ariete 0ยฐ. Raggiunta questa posizione il punto gamma sarebbe ritornato alla posizione precedente e cosรฌ via seguendo un moto oscillatorio periodico, che venne chiamato trepidazione.[24][25] Chi fossero questi antichi astrologi non viene detto, ma verosimilmente secondo Neugebauer si tratta di greci posteriori a Ipparco di Nicea. Gli astronomi arabi, invece, ipotizzarono che si trattasse di astrologi caldei contribuendo cosรฌ a generare l'erronea credenza che i babilonesi conoscessero la precessione.

In Estremo Oriente, Yu Xi, vissuto nel IV secolo a.C., fu il primo astronomo cinese a menzionare la precessione: egli stimรฒ la sua velocitร  nell'ordine di 1ยฐ ogni 50 anni.

Dal Medioevo in poi

Niccolรฒ Copernico
Isaac Newton

Nel Medioevo, gli astronomi considerarono la "trepidazione" come un moto delle stelle fisse che si aggiungeva alla precessione e non alternativo a esso come aveva ipotizzato Teone: tale teoria รจ attribuita all'astronomo arabo Thฤbit ibn Qurra.

La prima interpretazione moderna della precessione come conseguenza della variazione dell'orientazione dell'asse terrestre si deve a Niccolรฒ Copernico (De revolutionibus orbium coelestium, del 1543): il fenomeno era dovuto all'ondeggiamento dell'asse terrestre intorno alla normale al piano dell'eclittica, fermo restando l'angolo relativo di 23ยฐ 27'.

La spiegazione fisica della precessione in termini di interazione gravitazionale fra la Terra e gli altri corpi del sistema solare, in particolare la Luna e il Sole, fu dovuta a Isaac Newton e fu riportata nella Philosophiae Naturalis Principia Mathematica del 1687.

La teoria di Newton prevedeva anche che il moto di precessione fosse accompagnato da lievi oscillazioni periodiche sia della velocitร  di precessione sia della obliquitร , oscillazioni ribattezzate complessivamente come nutazione e dovute al fatto che le forze agenti sulla Terra non sono costanti: esse furono poi effettivamente osservate dall'astronomo inglese James Bradley nella prima metร  del XVIII secolo. Le oscillazioni avevano perรฒ ampiezza molto maggiore di quanto aveva previsto Newton; il fisico inglese aveva infatti sottostimato il contributo della Luna alla precessione.

A Newton si deve anche il primo tentativo nella storia di applicazione del fenomeno precessionale per la datazione di eventi storici, come testimoniato dalla sua opera postuma The Chronology of Ancient Kingdoms, Amended del 1728.[26]

La trattazione matematica rigorosa dei moti di precessione e nutazione si deve ai matematici del XVIII secolo, fra i quali spiccano i nomi di Jean Baptiste Le Rond d'Alembert e di Eulero.

Note

  1. ^ La Terra si discosta da questa forma a causa delle irregolaritร  della superficie terrestre. Questa forma irregolare รจ detta geoide.
  2. ^ Hohenkerk, C.Y., Yallop, B.D., Smith, C.A., & Sinclair, A.T. Celestial Reference Systems, in: Seidelmann P.K. (curatore), Explanatory Supplement to the Astronomical Almanac, Sausalito: University Science Books. p. 99.
  3. ^ 360ยฐ/50,26" = (360ยท60ยท60)/50,26 = 25785,913...
  4. ^ (EN) J. Vondrรกk, N. Capitaine e P. Wallace, New precession expressions, valid for long time intervals, in Astronomy & Astrophysics, vol. 534, 1ยบ ottobre 2011, pp. A22, DOI:10.1051/0004-6361/201117274, ISSN 0004-6361 (WC ยท ACNP).
  5. ^ a b Ciro Discepolo, Nuovo dizionario di astrologia, 1996, ISBN 978-88-344-0749-3. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  6. ^ Marco Pesatori, Ma il cielo รจ un orologio complesso, in la Repubblica, 24 marzo 2015, p. 33.
  7. ^ Cfr.Filmato audio Cecilia Gatto Trocchi, sull'esoterismo: lectio magistralis di cecilia gatto trocchi - mostro di firenze (archiviato il 19 febbraio 2024).
  8. ^ Dati dalla misura complessiva dello zodiaco, cioรจ 360ยฐ, diviso i 12 segni = 30ยฐ.[5]
  9. ^ Ciรฒ significa ad esempio che nel periodo considerato dell'Ariete, il Sole si trova in realtร  nella precedente costellazione dei Pesci.
  10. ^ 2150/25800*360ยฐ = 30ยฐ.
  11. ^ Zodiaco Siderale e Tropicale, su umbertoassandri.com.
  12. ^ Paolo Bashir Ansaloni, Astrologia siderale, Venexia, 2012 ISBN 978-8887944976.
  13. ^ (EN) William Brown e David Jennings, Antiquities of the Jews ... compiled from authentic sources: and their customs illustrated from modern travels, W. W. Woodward, 1823. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  14. ^ Neugebauer, O. "The Alleged Babylonian Discovery of the Precession of the Equinoxes," Journal of the American Oriental Society, Vol. 70, No. 1. (Jan. - Mar., 1950), pp. 1-8.
  15. ^ Carlo Castone G. Rezzonico (conte della Torre di Rezzonico.), Opere, raccolte e pubbl. dal professore F. Mocchetti, 1818. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  16. ^ Atlante della storia dell'astronomia, Giunti Editore, ISBN 978-88-440-1315-8. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  17. ^ (EN) Michael Rice, Egypt's Legacy: The Archetypes of Western Civilization 3000-30 BC, Psychology Press, 1997, ISBN 978-0-415-15779-7. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  18. ^ Tompkins (cf. Bibliografia).
  19. ^ Almagesto, iii.1, vii.2.
  20. ^ Le eclissi di Luna da lui osservate ebbero luogo il 21 aprile 146 a.C. e il 21 marzo 135 a.C.
  21. ^ Almagesto, vii.1.
  22. ^ 2ยฐ/~150anni x 3600"/1ยฐ = ~48"/anno.
  23. ^ 360ยฐ/~25800anni x 3600"/1ยฐ = ~50,26"/anno.
  24. ^ O. Neugebauer, The alleged Babylonian Discovery of the Precession of the Equinoxes, Journal of the American Oriental society, Vol. 70, No. 1 (Jan. - Mar., 1950), pp. 1-8., in particolare p. 7.
  25. ^ J.L.E. Dreyer, History of the Planetary Systems from Thales to Kepler, Cambridge 1906, p. 204
  26. ^ Davide Arecco e Alessio A. Miglietta, La mente nascosta dell'imperatore. Manoscritti storico-religiosi e filosofico-scientifici di Isaac Newton, Novi Ligure, Cittร  del silenzio, 2016, pp. 89-146.

Bibliografia

  • Gerald J. Toomer, Ptolemy's Almagest, Princeton University Press, 1998 ISBN 0-691-00260-6 (solo traduzione inglese, senza testo greco)
  • Claudio Tolomeo, Le previsioni astrologiche, Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, 1985 ISBN 88-04-27424-7
  • Gingerich Owen, Alla ricerca del libro perduto. La storia dimenticata del trattato che cambiรฒ il corso della scienza, Rizzoli, 2004 ISBN 88-17-00443-X
  • Isaac Newton, Philosophiae naturalis principia mathematica, UTET, 1989 ISBN 88-02-02685-8
  • Isaac Newton, Cronologia emendata degli antichi regni, Virtuosa-Mente, Aicurzio, 2016, trad. e cura Alessio A. Miglietta ISBN 978-88-98500-14-7
  • Peter Tompkins, Livio Catullo Stecchini, Secrets of the Great Pyramid, BBS Publishing Corporation, 1997 ISBN 0-88365-957-3
  • Otto Neugebauer, Le scienze esatte nell'Antichitร , Feltrinelli, Milano, 1974

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