Clinfowiki
Aaron Burr | |
---|---|
3ยบ Vicepresidente degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 4 marzo 1801 – 4 marzo 1805 |
Presidente | Thomas Jefferson |
Predecessore | Thomas Jefferson |
Successore | George Clinton |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico-Repubblicano |
Firma |
Aaron Burr (Newark, 6 febbraio 1756 โ Staten Island, 14 settembre 1836) รจ stato un politico e banchiere statunitense, membro del Partito Democratico-Repubblicano. Nel corso della sua carriera politica ricoprรฌ sia la carica di deputato dello stato di New York sia di senatore, prima di essere eletto vicepresidente degli Stati Uniti d'America sotto la presidenza di Thomas Jefferson dal 1801 al 1805.
Dapprima membro del partito federalista, Burr passรฒ nel 1791, grazie all'influenza esercitata dall'allora governatore dello Stato di New York George Clinton, al Partito Democratico-Repubblicano. Durante il suo mandato di vicepresidente divenne famoso per avere ucciso in un duello il suo rivale politico Alexander Hamilton e per essere stato in seguito accusato di alto tradimento, a causa di un presunto piano di secessione di alcuni dei territori dell'ovest. Rilasciato nel 1807 per assenza di prove, rimane a tutt'oggi uno dei personaggi piรน controversi della storia degli Stati Uniti d'America.
Biografia
Infanzia e adolescenza
Burr nacque a Newark, nel New Jersey, nel 1756 dal reverendo Aaron Burr Senior, ministro presbiteriano e secondo presidente del College of New Jersey, e da Esther Edward, figlia di Jonathan Edwards, un celebrato teologo calvinista. Nel 1757 morรฌ improvvisamente suo padre e un anno piรน tardi anche sua madre. Il piccolo Burr e sua sorella Sally, di due anni piรน grande, furono quindi affidati in custodia a diversi parenti, trasferendosi tra Massachusetts, Pennsylvania e New Jersey, fino a quando vennero adottati dallo zio Timothy Edwards, che si prese cura della loro crescita ed educazione.[1][2]
All'etร di undici anni lo zio lo iscrisse al College of New Jersey, che perรฒ lo rifiutรฒ a causa della sua giovane etร . Burr proseguรฌ quindi i suoi studi per ulteriori due anni a casa dello zio. Nel 1769 fu infine accettata la sua iscrizione e nel giro di tre anni concluse i suoi studi. Il periodo trascorso presso il college influenzรฒ in maniera decisiva il modo di pensare del giovane Burr: sotto la direzione dell'allora preside John Witherspoon, l'istituto si era infatti affermato come una delle istituzioni piรน radicali nel nuovo mondo, che non esitava, in seguito all'aumentare delle tensioni tra le colonie inglesi e la madrepatria, a criticare apertamente la politica del Regno Unito in Nord America.[3]
Dopo aver conseguito la laurea, Burr continuรฒ i suoi studi in teologia, inizialmente ancora al College of New Jersey e in seguito presso il pastore presbiteriano Joseph Bellamy, che perรฒ abbandonรฒ dopo due anni. Iniziรฒ quindi a studiare legge a Litchfield, seguendo i corsi tenuti da suo cognato Tapping Reeve,[1][4] ma interruppe gli studi nel 1775 allo scoppio della rivoluzione americana.[2]
Guerra di indipendenza
Quando nel 1775 scoppiรฒ la guerra di indipendenza, Burr si arruolรฒ insieme al suo amico Matthias Ogden come volontario nell'esercito continentale. Nel settembre dello stesso anno partecipรฒ alla campagna militare organizzata da Benedict Arnold nel Maine per attaccare la fortezza britannica nella cittร di Quรฉbec. Lo scopo di tale operazione era quella di inviare rinforzi alle truppe di Richard Montgomery che, fino ad allora, nel corso dell'invasione americana del Canada, erano state vittoriose. Dopo aver raggiunto le truppe di Montgomery, Burr fu promosso da Arnold aiutante di campo. Sempre lo stesso anno, il 31 dicembre, Burr si fece notare per il tentativo eroico di recuperare la salma del generale Montgomery, che era caduto nel corso della battaglia di Quรฉbec. Tale impresa gli valse nel 1776 anche l'elogio da parte del Congresso continentale, ma, ciรฒ nonostante, Burr non ricevette nessuna promozione.[5][6]
Al termine della campagna militare in Canada, Burr ritornรฒ nella primavera del 1776 a New York, dove all'epoca si trovava anche George Washington. Qui fu assegnato, su raccomandazione di Joseph Reed, a servire sotto il comando di Washington, ma fu successivamente riassegnato al generale Israel Putnam. Durante l'attacco inglese all'isola di Manhattan nel corso dello stesso anno, Burr si fece nuovamente notare quando, grazie alla sua prontezza, riuscรฌ a evitare che le truppe dell'esercito continentale venissero accerchiate. Tuttavia l'azione di Burr non venne menzionata il giorno seguente da Washington, fatto che spinse Burr a ritenere l'atteggiamento di Washington ostile nei suoi confronti.[7] Nel luglio del 1776 Burr fu promosso al grado di tenente colonnello e gli fu assegnata la difesa dei territori di New York e del New Jersey, assumendo di fatto il comando del reggimento di William Malcolm. Il successo piรน importante che riuscรฌ a ottenere ricoprendo questa carica fu la cattura di un piccolo contingente britannico che era stato inviato in esplorazione presso Hackensack, nel settembre 1777.[8] Successivamente fu trasferito, insieme al suo reggimento, in Pennsylvania per partecipare alla liberazione delle cittร di Filadelfia, dove pare che sia anche riuscito a scongiurare un ammutinamento tra le proprie truppe.[9][10]
L'ultima azione militare alla quale prese parte fu la battaglia di Monmouth il 28 giugno 1778, dove fu, come molti, vittima di un colpo di sole che gli creรฒ disturbi per molti anni. Sempre in tale occasione il suo reggimento venne decimato dall'artiglieria britannica. A inasprire ulteriormente le relazioni tra Burr e Washington si aggiunsero la condotta del futuro primo presidente nel corso della battaglia, che Burr ritenne non appropriata, e il processo che si tenne in seguito nei confronti del generale Charles Lee.[11][12] Nel gennaio 1779 venne infine trasferito nella Contea di Westchester, a nord di Manhattan, dove dall'inizio del conflitto passava il confine tra i due schieramenti. Come ufficiale responsabile della difesa della Westchester County, Burr riuscรฌ a reclutare nuovi sostenitori tra la popolazione locale e ad organizzare una rete di spie per monitorare i movimenti del nemico. In seguito, perรฒ, a causa del vistoso peggioramento delle sue condizioni di salute, fu costretto, nel marzo del 1779, a dare le dimissioni, per poi essere congedato dall'esercito continentale.[13]
Terminata la sua carriera militare, Burr riprese i suoi studi in legge, anche se continuรฒ a partecipare occasionalmente a missioni per i generali dell'esercito continentale, come fece ad esempio in piรน di un'occasione per Arthur St. Clair. Il 5 luglio 1779 partecipรฒ agli ordini del capitano James Hillhouse, assieme a un gruppo di studenti dell'Universitร Yale, a un'azione contro gli inglesi nei pressi di New Haven, che sortรฌ l'effetto di respingere l'avanzata nemica.[14] Terminati gli studi, nel 1782 Burr entrรฒ a far parte di uno studio legale ad Albany e l'anno seguente, dopo l'allontanamento delle truppe inglesi e la fine della guerra, cominciรฒ a praticare l'avvocatura a New York.[15]
Carriera politica
I primi anni
Nel 1778 Burr incontrรฒ per la prima volta Theodosia Prevost, la quale sarebbe divenuta in seguito sua moglie, anche se all'epoca era ancora sposata con un ufficiale inglese.[16] Questo perรฒ non impediva che la donna nutrisse una profonda simpatia per la causa rivoluzionaria, tanto che la sua tenuta "The Hermitage" nel New Jersey era diventata un punto di ritrovo per molti membri di spicco della rivoluzione e soldati.[17] Nel 1781, dopo essere stato inviato in Giamaica, il marito di Theodosia morรฌ di febbre gialla[18]; neanche un anno dopo, il 2 luglio 1782, ella si risposรฒ con Aaron Burr.[15] La coppia ebbe due figlie, delle quali perรฒ solo una raggiunse l'etร adulta.[19] Il matrimonio fu piรน volte funestato dalle fin troppo fragili condizioni di salute di Theodosia, che morรฌ infine nel 1794 all'etร di 48 anni.[20]
Nel 1781 lo Stato di New York approvรฒ un'ordinanza che proibiva a tutti gli avvocati che si erano schierati a favore degli inglesi o che avevano apertamente dimostrato simpatie nei confronti del Regno Unito di esercitare la professione. Dal momento che alla maggior parte dei legali in cittร era stata sospesa la licenza, per i giovani avvocati, quali erano Burr o il suo futuro rivale Alexander Hamilton, si aprirono diverse possibilitร per mettere alla prova le proprie capacitร .[21][22] Burr divenne ben presto membro dell'รฉlite nel suo campo e spiccรฒ tra i suoi colleghi avvocati per i suoi clienti illustri e per gli alti onorari. Sia lui sia Hamilton raggiunsero una tale fama a New York da aggiudicarsi quasi tutti i maggiori processi.[23]
La carriera politica di Burr ebbe invece inizio con la sua nomina a deputato nello Stato di New York nel 1784, dove si fece prevalentemente notare per le sue assenze e la scarsa partecipazione alle discussioni politiche. Questo non impedรฌ perรฒ che venisse rieletto nel 1785. Il suo secondo mandato come deputato fu segnato da un maggiore impegno, che gli valse in diverse occasioni la nomina in alcune commissioni d'inchiesta istituite in quel periodo. Di rilievo durante il suo secondo mandato fu una sua proposta di legge per l'immediata abolizione della schiavitรน nello Stato di New York, anche se, in aperta contraddizione a questa sua mozione per l'epoca radicale, lo stesso Burr continuava a tenere alcuni schiavi per le faccende domestiche.[24] Fu infine proposto nel 1788 come membro della delegazione con il compito di ratificare per conto dello Stato di New York la costituzione degli Stati Uniti d'America, ma rifiutรฒ l'incarico.[25][26]
In questo periodo le discussioni riguardo a diversi aspetti della costituzione erano alla base di intensi confronti politici nei diversi Stati. A New York, in particolare, si erano formati tre schieramenti contrapposti che facevano a capo a tre tra le piรน importanti e influenti famiglie della cittร : i Clinton, i Livingston e gli Schuyler. L'egemonia era inizialmente esercitata dallo schieramento dei sostenitori della famiglia Clinton, che potevano contare sull'appoggio del governatore di New York George Clinton a favore di una posizione antifederalista. Per contrastare lo strapotere di questa fazione, Burr e Hamilton diedero il via a una campagna per sostenere il loro candidato federalista Robert Yates, che perรฒ non riuscรฌ a vincere le elezioni per divenire governatore. Clinton offrรฌ allora a Burr la carica di procuratore generale dello Stato di New York, nella speranza di riconciliare le parti e di convincerlo a sostenere in futuro la causa antifederalista.[27][28]
Il periodo da senatore
Nel 1791 il giร fragile rapporto tra Burr e Hamilton, che nel frattempo era divenuto segretario al tesoro, venne definitivamente compromesso da una serie di divergenze. Il governatore Clinton propose infatti Burr come senatore dello Stato di New York per sostituire l'allora senatore in carica Philip Schuyler, suocero di Hamilton e forte sostenitore della causa federalista. Pertanto Burr si alleรฒ con l'allora cancelliere di New York Robert R. Livingston, che fino ad allora risultava tra i principali sostenitori di Hamilton. Grazie all'appoggio di Clinton e di Livingston, nel marzo 1791 Burr riuscรฌ a sconfiggere Schuyler e ad essere eletto senatore.[29][30][31] Poco dopo Burr partecipรฒ insieme ad altri due tra i principali esponenti della causa antifederalista, James Madison e Thomas Jefferson, a un incontro segreto. Per evitare ogni sospetto, i tre si incontrarono nei boschi di New York con il pretesto di raccogliere erbe officinali. Se pure in seguito la notizia di tale incontro sia trapelata, resta tuttora un mistero su cosa i tre abbiano discusso e non si puรฒ escludere che in tale occasione possano aver gettato le basi di quello che sarebbe poi divenuto il Partito Democratico-Repubblicano.[32][33]
Ben presto, potendo contare su un gruppo di fedeli elettori, di notevoli appoggi sia negli Stati del sud sia nello Stato di New York e di molti simpatizzanti nel partito repubblicano, Burr riuscรฌ a consolidare e ampliare il suo potere.[34] Tra i suoi piรน convinti sostenitori vi erano alcuni dei maggiori alleati di Clinton, quali Marinus Willett, Melancton Smith e Peter Van Gaasbeck, ai quali in seguito si aggiunsero anche Matthew L. Davis, John Swartwout, Robert Swartwout, Samuel Swartwout e Peter Irving.[35] Pertanto nel 1792, in seguito allo scandalo elettorale che travolse Clinton durante le elezioni per un nuovo governatore dello Stato di New York, molti proposero Burr come suo successore; ciรฒ nonostante, Burr si battรฉ in tribunale per far riconoscere la vittoria elettorale di Clinton nei confronti di John Jay, sebbene nel corso del processo fossero emerse diverse irregolaritร e vi fosse il sospetto di brogli elettorali.[36] Nello stesso anno Burr si candidรฒ come vicepresidente degli Stati Uniti, ma la sua nomina fu respinta sia da James Monroe sia da James Madison, che candidarono invece al suo posto George Clinton, anche se alla fine il posto di vicepresidente andรฒ a John Adams.[37] Pare inoltre probabile che in tale occasione Hamilton abbia tramato un complotto nei confronti di Burr per cercare di screditarlo, come sembra emergere da alcune lettere in cui Hamilton motiva la sua opposizione tanto ostinata all'elezione di Burr come un dovere non solo morale e politico, ma persino religioso.[38]
A favorire ulteriormente la carriera di Burr vi furono anche il provvisorio ritiro dalla scena politica di Thomas Jefferson e la nomina di James Monroe ad ambasciatore a Parigi, che privรฒ il senato americano di due dei piรน importanti esponenti di quel periodo.[39] Di conseguenza spettรฒ a Burr l'onere di assumere la difesa di Albert Gallatin, la cui carica di segretario del tesoro era stata messa a rischio dalla maggioranza federalista al Congresso e al senato.[40] Nel 1794 fece parte di una piccola fazione che si oppose alla ratifica del trattato con l'Inghilterra.[41] Contrariamente alla maggioranza dei deputati e senatori Burr era favorevole a un trattato con la Francia piuttosto che con il Regno Unito. Sempre nello stesso periodo il rapporto tra Burr e Washington, che aveva giร risentito delle loro divergenze nel corso della guerra di indipendenza, si ruppe definitivamente quando a Burr, su ordine di Washington, fu proibito l'accesso agli archivi della guerra di indipendenza, di fatto precludendogli la possibilitร di realizzare un libro sugli eventi storici che lo avevano visto protagonista.[42]
Lo stesso anno, quando la Francia respinse la nomina di ambasciatore degli Stati Uniti di Morris, Monroe e Madison proposero Burr al suo posto, ma Washington negรฒ l'assegnazione, motivando che non avrebbe affidato un incarico tanto delicato a una persona della cui integritร morale non si fidava. Come era avvenuto per la sua candidatura a vicepresidente, pare che anche in tale occasione il contributo di Hamilton sia stato determinante per influenzare la decisione di Washington. Ciรฒ nonostante, Burr riuscรฌ nell'intento di rafforzare la sua posizione politica e riteneva di avere buone possibilitร di ottenere il posto di vicepresidente all'elezione presidenziale del 1796. Forte del sostegno di John James Beckley e sapendo che il suo rivale alla vicepresidenza George Clinton non rappresentava piรน una minaccia per lui, Burr decise di recarsi a Monticello per incontrare Thomas Jefferson e sottoporgli la sua candidatura. Tuttavia, nell'intento di cercare di ottenere voti anche da parte dei suoi avversari, Burr diede l'impressione a Beckley di essere piรน preoccupato dei suoi interessi di quanto non gli stesse a cuore il bene del partito, motivo per il quale quest'ultimo decise di ritirare il suo appoggio.[43] Nelle elezioni Burr venne quindi sconfitto, finendo per raccogliere soli 30 voti e piazzandosi al quarto posto.[44]
Il periodo da deputato
Il mandato da senatore di Burr terminรฒ nel 1797, quando grazie alla maggioranza federalista nel parlamento dello Stato di New York fu eletto senatore Philip Schuyler. Burr si candidรฒ quindi come deputato nel parlamento dello Stato di New York, dove fu eletto per due mandati consecutivi, ciascuno della durata di un anno, nel 1798 e nel 1799. In questa veste cercรฒ di convincere alcuni dei deputati federalisti a sostenere la causa repubblicana, come avvenne ad esempio con Jedediah Peck, che passรฒ in quel periodo al partito repubblicano. Sempre in questo periodo riuscรฌ anche a fare approvare un disegno di legge per la progressiva abolizione della schiavitรน nello Stato di New York. Il periodo da deputato fu perรฒ anche segnato da costanti difficoltร economiche, che portarono Burr in diverse occasioni sull'orlo del fallimento e che certamente lo devono aver spinto ad avanzare proposte di legge per modificare l'allora procedimento fallimentare che era in vigore nello Stato di New York. Ciรฒ non gli impedรฌ tuttavia di investire nell'acquisto di nuovi terreni negli ancora selvaggi territori occidentali dello Stato di New York.[46][47]
Nel 1799 Burr, nonostante le sue condizioni economiche relativamente precarie, riuscรฌ a fondare una banca, superando il duopolio degli unici due istituti di credito presenti nello Stato di New York, la Bank of New York e la First Bank of the United States, su cui i federalisti esercitavano un ferreo controllo che penalizzava i repubblicani. Per riuscire perรฒ nel suo intento, Burr dovette usare l'inganno, proponendo al Congresso di acconsentire alla creazione di una societร per azioni con partecipazione pubblica per la costruzioni di un nuovo acquedotto per New York, al fine di migliorare le disastrose condizioni igienico-sanitarie della cittร . La proposta fu sottoposta all'attenzione del Congresso nel marzo del 1799 nel corso dell'ultima seduta utile prima di una sospensione dei lavori di diverse settimane, giustificando il suo inserimento nell'ordine del giorno con l'urgenza del provvedimento. Lo stesso giorno Burr fece aggiungere alla sua proposta una clausola che permetteva alla societร di reinvestire gli esuberi e i profitti, di fatto consentendole di fondare altre societร . Visti la scarsa presenza dei deputati e il loro disinteresse per tale mozione, la proposta fu approvata celermente dal Congresso. Giร a settembre dello stesso anno la Manhattan Company, la societร incaricata della costruzione dell'acquedotto, disponeva delle risorse necessarie per fondare il nuovo istituto di credito, che in seguito divenne la Chase Manhattan Bank, uno degli istituti di credito piรน grandi al mondo. Ciรฒ nonostante i lavori dell'acquedotto andarono a rilento e furono completati solo nel 1839. Nel frattempo, invece, Burr, la cui situazione finanziaria era sempre stata segnata da condizioni precarie, risultava giร nel 1802 in debito di 65 000 dollari nei confronti della nuova banca.[48]
Di rilievo divenne la figura di Burr nel 1800, quando, ormai prossimi alla quarta elezione della carica presidenziale nella storia degli Stati Uniti, parve ormai inevitabile che lo Stato di New York fosse destinato a divenire l'ago della bilancia della votazione. La nomina dei deputati e dei due senatori newyorkesi divenne quindi di centrale importanza per il partito repubblicano. Grazie alla sua influenza Burr riuscรฌ a convincere alcuni dei piรน importanti esponenti della cittร di New York, quali il ministro delle poste Samuel Osgood, Horatio Gates, Henry Brockholst Livingston e George Clinton a candidarsi per il partito repubblicano. Sempre in tale occasione fece anche trasformare la tenuta di Richmond Hill nel quartier generale della sua campagna elettorale. Per valutare al meglio possibili alleati e rivali, fece stilare per ogni potenziale candidato al Congresso un dossier informativo che ne valutava simpatie e tendenze politiche. Organizzรฒ persino una squadra di attivisti che avevano il compito di accompagnare gli anziani alle urne, convincendoli a votare a favore di Burr. Grazie a questi suoi sforzi, tutti e 13 i seggi dello Stato di New York al Congresso andarono al partito repubblicano e anche Burr venne eletto deputato per conto della Contea di Orange.[49][50]
Vicepresidenza
L'elezione del 1800
Dopo il successo della campagna elettorale, il partito repubblicano diede inizio ai dibattiti per scegliere i propri candidati alle elezioni. Appariva a tutti chiaro che Thomas Jefferson sarebbe stato il candidato presidente, mentre per la vicepresidenza sembrava opportuno individuare un rappresentante tra i deputati al Congresso dello Stato di New York. Cosรฌ tra i possibili candidati vi furono, oltre a Burr, Clinton e Robert R. Livingston, ma infine la scelta ricadde sul primo.[51] Sorprendentemente sia Burr sia Jefferson vinsero l'elezione con lo stesso numero di 73 voti, di fatto rendendoli entrambi potenziali candidati alla presidenza.[52] La legge elettorale allora in vigore prevedeva in tal caso un ballottaggio da effettuare alla Camera dei rappresentanti, che avrebbe deciso quale dei due candidati sarebbe divenuto presidente. Tuttavia per vincere l'elezione serviva una maggioranza semplice, e il partito repubblicano aveva solo 8 dei 16 seggi, mentre gli altri erano in mano ai federalisti, rendendo necessari dei negoziati politici.[53]
Nelle negoziazioni che seguirono molti in seno al partito rinfacciarono a Burr il non volersi fare da parte per favorire l'elezione di Jefferson, ovvero il candidato su cui tutti erano d'accordo. I federalisti inoltre fiutarono l'opportunitร per sostenere Burr e tentare cosรฌ di incrinare l'opposizione e di convincerlo all'ultimo momento a cambiare schieramento in cambio della presidenza. Questo contesto estremamente precario favorรฌ la circolazione di supposizioni e accuse di possibili complotti e intrighi da parte di Burr, anche se mai nessuna di queste accuse potรฉ essere dimostrata. Per molti storici, infatti, il fatto che Burr non abbia mai negato pubblicamente di essersi rifiutato di accettare l'appoggio che gli era stato offerto dai federalisti รจ la prova che Burr abbia quantomeno tentato di tramare un complotto elettorale a discapito di Jefferson.[54] Vista quindi la situazione di stallo nella quale si trovavano entrambi i candidati, si dovette ripetere la votazione per ben 35 volte prima di riuscire a raggiungere una maggioranza semplice, che fu possibile solo quando i delegati federalisti degli Stati di Vermont, Maryland, Delaware e Carolina del Sud, dopo sei giorni consecutivi di votazioni, decisero di astenersi. Jefferson fu quindi eletto presidente e Burr vicepresidente.[55] Pare che anche in questa occasione il ruolo di Hamilton, che originariamente si era opposto in modo deciso alla nomina di Jefferson, abbia giocato un ruolo decisivo nella sconfitta di Burr, dal momento che riteneva Jefferson il male minore tra i due.[56] Come conseguenza di questa elezione tanto turbolenta, nel 1804 fu modificato l'iter elettorale presidenziale, stabilendo nell'articolo 12 della costituzione che le elezioni di presidente e vicepresidente si svolgessero in due sedute separate.[2]
Il mandato da vicepresidente
Burr venne nominato vicepresidente il 4 marzo 1801, lo stesso giorno nel corso nel quale prestรฒ giuramento Jefferson. I primi mesi furono caratterizzati da una profonda sfiducia da parte di Jefferson nei confronti di Burr, che fu certamente alimentata dalle voci che lo accusavano di aver tramato durante l'elezione presidenziale contro di lui. Ciรฒ nonostante, Jefferson si sforzรฒ di mantenere quantomeno un'apparenza di normalitร , ma giร nel corso delle prime settimane fu evidente che le rivalitร che si erano create durante la presidenza avrebbero ben presto portato a posizioni non piรน riconciliabili.[2][57] Tali attriti divennero infine palesi quando, in ottemperanza alla prassi in uso dello spoils system, nonostante Burr avesse presentato la lista piรน corta di suoi fedeli che proponeva ufficialmente per delle cariche, solo 2 dei 5 candidati ricevettero un posto, e quando Jefferson si rifiutรฒ di assegnare una carica a Matthew L. Davis. Tale atteggiamento indusse persino l'allora segretario del tesoro Albert Gallatin a chiedere ufficialmente in una lettera indirizzata al presidente Jefferson se egli intendesse continuare ad appoggiare Burr nella sua carica. Nonostante l'insistenza della richiesta, Gallatin non ricevette mai una risposta. Appare perรฒ probabile che il piano per ostacolare la carriera di Burr non fosse stato ideato da Jefferson, ma che avesse avuto origine a New York, dove le famiglie Clinton e Livingston, originariamente rivali politiche, temendo di poter perdere troppo potere, decisero di allearsi per orchestrare un complesso complotto politico nei confronti di Burr.[58]
Questo conflitto politico ebbe in seguito, nel corso degli anni tra il 1802 e il 1804, il suo periodo piรน intenso nel corso della cosiddetta Pamphlet war.[59][60] L'intenzione dei federalisti era quella di pubblicare un pamphlet scritto da John Wood, nel quale si criticava apertamente e senza mezzi termini l'operato di Burr. L'articolo era stato scritto con toni talmente accesi e diffamatori che lo stesso Burr ritenne necessario evitare una sua pubblicazione, tanto che propose a James Cheetham, l'allora editore del quotidiano di stampo federalista American Citizen, di acquistare l'intera edizione per risarcirlo dei costi di stampa e allo stesso tempo per prevenire la sua pubblicazione. Cheetham, perรฒ, dopo essere stato informato delle intenzioni di Burr, lo accusรฒ di censura, ravvivando ancor piรน il dibattito. A questo punto, per evitare che la situazione potesse scappare di mano, Burr decise di astenersi dal rispondere alle accuse dei federalisti e di promuovere invece, grazie all'aiuto di Peter Irving, la fondazione di un proprio giornale, intitolato Morning Chronicle. Negli anni successivi il Morning Chronicle pubblicรฒ diverse lettere scritte da lettori anonimi che prendevano le difese di Burr. Non รจ perรฒ escluso che molte di queste siano state scritte da suoi sostenitori o persino da lui stesso. Di rilievo fu un pamphlet pubblicato con lo pseudonimo di Aristides, scritto da William P. Van Ness, che prendeva le difese di Burr e che si intitolava An Examination of the Various Charges Exhibited against Aaron Burr and a Development of the Characters and Views of his Political Opponents. Questo testo dai contenuti polemici divenne, grazie anche alla sua qualitร letteraria, talmente popolare che il numero di copie vendute superรฒ quelle nello stesso periodo del Senso comune.[61]
Sia da parte del partito repubblicano sia di quello federalista vi erano seri dubbi sulla lealtร di Burr e sulle sue reali intenzioni. Questo clima di sospetto si accentuรฒ ancor di piรน quando, in seguito alle "nomine di mezzanotte" avvenute nelle ultime ore del mandato di John Adams per conto dei federalisti, il neoeletto governo fu chiamato a votare per annullare le decisioni prese dall'amministrazione uscente. Come era avvenuto anche per l'elezione presidenziale del 1800, i repubblicani disponevano di una maggioranza risicata e il voto di Burr divenne quindi decisivo. Con lo stupore di molti dei suoi sostenitori egli non approvรฒ il disegno di legge,[62] fatto che da molti fu interpretato come un avvertimento. Quando poi il clima nei suoi confronti divenne ancora piรน ostile, in occasione della ricorrenza del compleanno di George Washington, che era morto tre anni prima, Burr si presentรฒ in segno di protesta a un banchetto organizzato dai federalisti, dove brindรฒ all'alleanza di tutti gli uomini onesti.[63]
Verso la fine del proprio mandato da vicepresidente Burr si rese conto che una sua rielezione era alquanto improbabile e decise pertanto di candidarsi alle elezioni per divenire governatore dello Stato di New York, sperando che l'opposizione federalista lo appoggiasse nella campagna elettorale.[64] Secondo alcuni, perรฒ, con il pretesto di volersi candidare come governatore Burr stava tramando qualche oscuro complotto. Tale ipotesi fu fortemente sostenuta da Henry Adams, il quale accusรฒ Burr di essersi alleato con Timothy Pickering, un membro della Essex Junto, un movimento politico il cui fine era quello di raggiungere la secessione del New England dall'Unione. La storiografia piรน recente tende perรฒ a giudicare poco probabile tale ipotesi e anche l'influenza e la dimensione di questo movimento che intendeva raggiungere la secessione del New England รจ stata rivalutata.[65]
Il duello con Hamilton
Nell'elezione del 1804 Burr subรฌ una clamorosa sconfitta nei confronti del candidato repubblicano Morgan Lewis e immediatamente sospettรฒ che l'artefice di tale debacle potesse essere Hamilton. Quest'ultimo, infatti, aveva trascorso la maggior parte degli ultimi mesi a inviare lettere ai diversi esponenti del partito federalista, mettendoli in guardia da Burr affinchรฉ non lo sostenessero nella campagna elettorale; inoltre Hamilton fece alcune pesanti affermazioni riguardo al suo rivale in occasione di una cena tenutasi ad Albany, che divennero in seguito di dominio pubblico. Burr, a questo punto, si sentรฌ talmente ferito nell'onore che sfidรฒ Hamilton a duello, nonostante l'allora legge in vigore nello stato di New York proibisse tale attivitร . Pertanto gli sfidanti si incontrarono sull'altra sponda del fiume Hudson, nello stato del New Jersey, dove la legge in materia di duelli era piรน permissiva.[2]
L'incontro si tenne la mattina dell'11 luglio 1804; nel corso del duello Hamilton venne ferito a morte con un colpo di pistola all'addome.[2] Burr, temendo di poter essere arrestato, si rifugiรฒ per un periodo negli stati del sud e a Filadelfia, ma fece infine ritorno a Washington, riassumendo la sua carica pubblica di vicepresidente. In seguito all'incidente, lo stato del New Jersey avviรฒ un processo nei suoi confronti per omicidio, da cui fu perรฒ pienamente assolto. L'ultimo periodo del suo mandato fu dedicato a condurre la commissione d'inchiesta contro le "nomine di mezzanotte" in quello che in seguito divenne famoso come il caso Marbury contro Madison.[66][67] Il 2 marzo 1805 Burr tenne il suo ultimo discorso prima che il giorno dopo terminasse il suo mandato.[68][69]
Complotto e processo
Il complotto tramato da Burr
Nel 1805 sembrava che la carriera politica di Burr, dopo innumerevoli alti e bassi, fosse definitivamente conclusa, con la fine del mandato da vicepresidente, la mancata elezione a governatore e una situazione finanziaria sull'orlo della bancarotta. Burr si spostรฒ quindi a ovest e cominciรฒ a delineare i piani di un ambizioso progetto che passรฒ alla storia come Burr conspiracy.[64] Infatti, in seguito all'acquisto della Louisiana e a una disputa sui confini dei nuovi territori, si era creato un contenzioso tra Stati Uniti e Messico. La probabile intenzione di Burr era quella di emergere in un potenziale conflitto, guidando un esercito rivoluzionario che avrebbe reso indipendenti queste regioni sotto la sua guida. Pertanto si consultรฒ con l'allora comandante generale dell'esercito statunitense James Wilkinson, che dal 1805 era diventato, su raccomandazione di Burr, governatore del Territorio della Louisiana e che voleva nominare secondo in comando della sua spedizione. Burr non sapeva perรฒ che Wilkinson era una spia che operava per conto della Spagna e che inviava regolarmente informazioni al ministero degli esteri spagnolo.[70]
Burr si prodigรฒ per cercare supporto e finanziamenti alla sua causa, intessendo trattative con spagnoli, inglesi e americani.[71] Iniziรฒ a costruire una flotta di imbarcazioni che avrebbero dovuto trasportare lui e alcuni dei suoi fedelissimi a sud, navigando sul fiume Mississippi. Se pure avesse dichiarato che le sue intenzioni fossero quelle di raggiungere le terre lungo l'Ouachita River, che alcuni anni addietro aveva acquisito, molti dei suoi contemporanei sospettarono che Burr stesse tramando qualche oscuro piano e lo accusarono di voler conquistare un regno nell'ancora selvaggio occidente, o di cospirare per far secedere alcuni Stati o impadronirsi del potere con la forza.[64]
D'altro canto Burr stesso rilasciรฒ molte dichiarazioni, tra di loro contrastanti, sulle sue reali intenzioni.[72] Henry Adams fu il primo a visionare gli atti depositati presso gli archivi inglesi e spagnoli, nei quali si riportava l'intenzione di Burr di attaccare la capitale Washington, dando credito a tali informazioni. Negli anni '90 e 2000, perรฒ, gli storici hanno messo in dubbio tali affermazioni, sostenendo che molto probabilmente Burr abbia raccontato tale bugia al diplomatico britannico Anthony Merry per poter finanziare la sua spedizione. Ciรฒ nonostante, molti degli storici ritennero Burr colpevole delle accuse che gli furono ascritte, come ad esempio fecero Thomas Abernathy nel 1954 e Francis F. Beirne nel 1959.[73] Anche Sean Wilentz nel 2005 ritenne probabile che le intenzioni di Burr fossero state quelle di organizzare una secessione di alcuni dei territori, anche se secondo Wilentz tale complotto non rappresentรฒ mai un pericolo per l'integritร degli Stati Uniti.[74]
Secondo Nancy Isenberg, invece, le intenzioni di Burr erano quelle di preparare una spedizione militare verso i territori controllati dalla corona spagnola, in vista di una possibile guerra con la Spagna, che gli avrebbe permesso di partecipare ai saccheggi. Tali intenzioni non sarebbero state nulla di inusuale per quel periodo, dal momento che i capitani si erano dati alla pirateria e attaccavano le navi nemiche saccheggiandole.[75] Secondo un'ipotesi avanzata da Peter Charles Hoffer nel 2008, Burr avrebbe, invece, con i suoi presunti piani di conquista, organizzato una delle piรน grandi frodi della storia, riuscendo a convincere molti dei suoi finanziatori a spendere ingenti somme nei suoi piani. Le notizie false che in seguito circolarono su presunti eserciti sotto il comando di Burr avrebbero reso solo piรน facile raggirare i suoi finanziatori che, venuti a conoscenza di tali notizie, potevano convincersi del successo di Burr.[76]
Ad ogni modo, scongiurato il pericolo di una guerra con la Spagna, Wilkinson decise di sfruttare l'occasione per ingraziarsi gli Stati Uniti e informรฒ il presidente Jefferson della cospirazione di Burr, che prevedeva di attaccare la cittร di New Orleans. Jefferson di conseguenza informรฒ tutti i governatori di aumentare il livello di guardia e tenne un discorso dinanzi al Congresso nel quale affermรฒ di non avere dubbi sulle oscure intenzioni di Burr.[77] Venuto a conoscenza di essere ricercato dalle autoritร , Burr cercรฒ di fuggire nei territori spagnoli, ma fu infine catturato e arrestato.[2]
Il processo per tradimento
Burr venne accusato di condotta disonorevole e di alto tradimento, crimini per i quali erano previsti la pena di morte o quantomeno l'ergastolo. Il processo fu affidata alla corte di Richmond, in Virginia, e il compito di giudicarlo assegnato al presidente della Corte suprema degli Stati Uniti d'America John Marshall. L'udienza iniziรฒ il 22 maggio 1807 ed ebbe una portata tale che, durante i quattro mesi di durata, la popolazione della piccola cittร raddoppiรฒ a causa della folla di curiosi che si era recata sul posto. Il processo fu da ogni punto di vista un evento senza precedenti nella storia degli Stati Uniti: lo Stato spese oltre 100 000 dollari per l'accusa e fece deporre oltre 140 testimoni, provenienti da tutti gli stati federati dell'epoca.[78]
In seguito al caso Marbury contro Madison, i rapporti tra l'amministrazione Jefferson e il giudice Marshall erano molto tesi; ciรฒ nonostante, dalla corrispondenza inviata al District Attorney George Hay, si apprese che la maggiore pressione politica affinchรฉ Burr venisse condannato non proveniva dal giudice Marshall, ma dallo stesso presidente. Infatti, se pure Jefferson non si sia mai recato di persona al processo durante i quattro mesi nei quali Burr fu sotto accusa, egli inviรฒ durante questo periodo piรน di una lettera al giorno a Hay, suggerendogli i capi d'accusa e quali misure prendere nei confronti di Burr.[79]
Burr a sua volte assunse sei dei migliori avvocati dell'epoca, tra i quali vi erano anche Charles Lee e Luther Martin, che accettarono di difenderlo in tribunale senza pretendere nessun compenso. Per dimostrare l'innocenza di Burr, lo staff di avvocati ritenne necessario far deporre anche il presidente Jefferson, incaricandolo di portare con sรฉ alcuni documenti che avrebbero potuto provare l'innocenza di Burr. Nonostante Jefferson non si sia mai presentato sul banco dei testimoni, egli informรฒ Hay di aver ordinato una ricerca negli archivi federali dei documenti richiesti, gesto che da molti storici fu perรฒ in seguito valutato come un'insubordinazione di Jefferson nei confronti della corte.[78] In ogni caso la giuria ritenne Burr non colpevole dei reati dei quali fu accusato per insufficienza di prove, fatto che gli permise di essere rilasciato.[2]
Esilio in Europa
Dopo il processo Burr dovette affrontare un'opinione pubblica ostile nei suoi confronti, tanto che durante il suo viaggio di ritorno verso New York, alla notizia del suo arrivo nella cittร di Baltimora la popolazione organizzรฒ un blocco stradale e una dimostrazione nel corso della quale furono bruciati dei pupazzi di paglia che rappresentavano Burr, Blennerhassett, Luther Martin e il giudice Marshall. Ormai emarginato da molti dei suoi contemporanei, oggetto di frequenti minacce, assillato dai creditori e con la paura che qualche giudice o tribunale avrebbero potuto riprendere i capi di imputazione, arrestarlo e giudicarlo nuovamente, Burr si rifugiรฒ presso alcuni suoi amici fino a quando, nel 1808, decise di lasciare gli Stati Uniti alla volta del Regno Unito.[80][81] La maggior parte delle informazioni su Burr riguardo a questo periodo provengono dal suo diario, che scrisse per la figlia Theodosia. Accanto alle indicazioni di alcune fugaci relazioni sentimentali, Burr riportรฒ anche l'intenzione di mettere in atto un piano con l'aiuto del Regno Unito che gli avrebbe permesso di diventare imperatore del Messico.[82] Contattรฒ quindi il ministro degli esteri di sua maestร , Robert Stewart, che perรฒ non diede alcun supporto a Burr. Il Regno Unito aveva appena appoggiato una rivolta in Spagna contro il re messo sul trono da Napoleone Bonaparte, il fratello maggiore Giuseppe, e non intendeva sprecare le proprie risorse in avventure oltre oceano. Nel marzo 1809 le autoritร inglesi, molto probabilmente su richiesta dell'ambasciatore spagnolo, fecero quindi arrestare Burr, il quale lasciรฒ la Gran Bretagna alla volta di Svezia e Danimarca, dove rimase per i successivi sei mesi.[83]
Burr non si perse d'animo e, convinto di poter convincere Napoleone a finanziare i suoi piani, partรฌ alla volta dell'impero francese. Le autoritร gli negarono tuttavia il visto; cosรฌ Burr dovette soggiornare per due mesi ad Altona prima che il console Louis Antoine Fauvelet de Bourrienne gli fornisse l'autorizzazione a raggiungere Amburgo e in seguito Francoforte sul Meno e Magonza, dove ottenne il visto per la Francia. Giunto a Parigi, non riuscรฌ a farsi ricevere da Napoleone in persona e neanche dal ministro degli esteri francese Charles-Maurice de Talleyrand-Pรฉrigord, ma ricevette udienza da Jean-Baptiste Nompรจre de Champagny. Alcuni documenti provenienti dagli archivi francesi testimoniano che Burr propose a Nompรจre di riannettere i territori della Louisiana alla Francia. Burr preparรฒ quindi una relazione dettagliata per Napoleone, anche se non รจ noto se tale rapporto sia mai stato sottoposto all'attenzione dell'imperatore. Dopo qualche tempo, perรฒ, le proposte di Burr furono ignorate, specialmente dopo che iniziarono a circolare voci che fosse coinvolto nella fuga del ministro della polizia francese Joseph Fouchรฉ, che in segreto stava trattando la pace con gli inglesi.[84]
Tutti i piani di Burr di conquistare il Messico erano quindi falliti e la sua situazione finanziaria andรฒ via via peggiorando. Dopo che le autoritร francesi gli proibirono di lasciare il paese, Burr si rivolse all'ambasciata americana a Parigi, il cui rappresentante era Alexander MacRae, uno degli avvocati che avevano condotto l'accusa contro Burr. Dopo che anche l'ambasciata gli negรฒ un passaporto, nel 1811 Burr riuscรฌ a raggiungere i Paesi Bassi, da dove s'imbarcรฒ alla volta dell'Inghilterra. Nonostante in Gran Bretagna Burr fosse persona non grata, riuscรฌ a contattare l'Alien Office, dove, dopo aver spiegato la sua situazione, ottenne un passaporto e il biglietto per imbarcarsi sul primo veliero che partiva alla volta degli Stati Uniti. Il 4 aprile 1812 Burr mise piede negli Stati Uniti, sotto falso nome, con un passaporto a nome di "Adolphus Arnot", per la prima volta dopo quasi quattro anni.[85]
Gli ultimi anni
Dopo essere tornato negli Stati Uniti ed essere venuto a conoscenza che anche lo Stato dell'Ohio aveva archiviato il processo nei suoi confronti, Burr non fece piรน uso del suo passaporto falso, ma si presentรฒ con il suo vero nome. Con l'aiuto degli amici e colleghi di lunga data Timothy Green e Robert Troup aprรฌ un nuovo studio legale a New York, riprese a esercitare la professione e riallacciรฒ i rapporti con alcuni colleghi e con la corte suprema. Ben presto ebbe nuovamente un discreto numero di clienti e ciรฒ gli permise di tornare a un tenore di vita agiato.[86][87]
Tuttavia questi ultimi anni furono caratterizzati da alcuni lutti che lo segnarono profondamente. A luglio morรฌ il nipote di soli 11 anni. Poi, nel gennaio del 1813, non si ebbero piรน notizie del veliero Patriot, con a bordo sua figlia Theodosia, che nel frattempo si era sposata con il ricco possidente terriero Joseph Alston, eletto nel 1812 governatore della Carolina del Sud.[88] Per un certo periodo circolรฒ la notizia non confermata che la nave fosse stata attaccata dai pirati e che Theodosia fosse stata presa ostaggio, o che l'equipaggio avesse deciso di darsi alla pirateria;[89] tuttavia la spiegazione piรน plausibile pare quella che la nave sia affondata durante una tempesta al largo di Charleston.[90][91] La grave perdita subita spinse Burr a interessarsi e prendersi cura di alcuni bambini conoscenti, tra cui le tre figlie di Medcef Eden, uno dei suoi principali clienti.[92] ร probabile inoltre che alcuni dei figli che adottรฒ, come in seguito fu dimostrato per Aaron Columbus Burr, fossero suoi.[92][93]
Nonostante in tutti i processi fosse stato assolto, la nomea di assassino e traditore della patria lo perseguitรฒ ancora per molti anni e non capitava di rado che i genitori, alla vista di Burr, lo indicassero ai propri figli per mostrar loro la fine che facevano assassini e traditori. Inoltre, in occasione di un suo viaggio, ebbe occasione di visitare una mostra itinerante di figure in cera, nella quale vide la ricostruzione della scena del duello con Hamilton. Il tutto era infine commentato da un cartello sul quale si leggeva: ยซO Burr, o Burr, cosa hai fatto? Hai ucciso il grande Hamilton! Ti nascondi dietro un cespuglio con le spine dopo averlo ucciso con un colpo di pistola!ยป[94] Il 1ยบ luglio 1833, all'etร di 77 anni, Burr sposรฒ la cinquantottenne Eliza Bowen Jumel, una donna di umili origini e con un passato oscuro (era stata probabilmente anche una prostituta, che era diventata una ricca, ambiziosa ed eccentrica vedova e socialite).[95] Molto probabilmente Burr la sposรฒ perchรฉ era una delle donne piรน ricche degli Stati Uniti, che gli avrebbe garantito una vecchiaia piรน che agiata.[96][97] Poco dopo il matrimonio iniziarono perรฒ ad affiorare contrasti insanabili tra i due: Burr iniziรฒ a spendere generosamente il denaro della moglie e, dopo solo un anno, la donna chiese il divorzio, accusando il marito di adulterio.[98] Nel conseguente processo Eliza Bowen Jumel si fece rappresentare dall'avvocato Alexander Hamilton Jr., figlio di Hamilton, suscitando l'attenzione dell'opinione pubblica. Il 1ยบ settembre 1836 il tribunale confermรฒ il divorzio e due settimane piรน tardi, il 14 settembre 1836, Burr, che all'epoca si trovava nel villaggio di Port Richmond a Staten Island, morรฌ.[96][99] Venne sepolto presso il cimitero di Princeton.[100]
Aaron Burr nella cultura di massa
Inevitabilmente a causa dei suoi trascorsi, Aaron Burr fu frequentemente sottoposto a giudizi da parte dell'opinione pubblica e a tutt'oggi resta una delle figure piรน controverse della storia degli Stati Uniti;[101] tanto che lo stesso settimanale The Times lo definรฌ nel 2008 il peggior vicepresidente americano di tutti i tempi.[102] Nonostante sia stato completamente scagionato dall'accusa di alto tradimento nel corso del processo che si tenne nel 1807, l'opinione pubblica lo valuta al pari di Benedict Arnold, e per molti cittadini americani rappresenta ancora, dopo oltre duecento anni, il traditore per antonomasia. Tra le maggiori cause della sua pessima immagine pubblica vi sono l'arringa di William Wirt successivamente intitolata Who is Blennerhassett? che fu riportata in innumerevoli testi scolastici come un eccelso esempio di retorica; in essa si paragona Burr a una serpe che si รจ introdotta furtivamente nel Giardino dell'Eden che Harmann Blennerhassett si era creato sulla sua isola lungo il fiume Ohio.[103] Ad accentuare ulteriormente i risentimenti nei confronti della sua persona influรฌ sicuramente anche il fatto che le relazioni tra Burr e molti dei padri fondatori, quali Washington, Jefferson e Hamilton, fossero estremamente tese.[104]
Il giudizio della maggior parte degli storici nei confronti di Burr รจ negativo. Henry Adams nel 1881 scrisse una biografia su di lui, ma distrusse l'unica copia esistente dopo che il suo editore si rifiutรฒ di pubblicarla.[105] Nonostante Adams non sia riuscito a pubblicare la biografia di Burr, le ipotesi del complotto che presumibilmente Burr avrebbe tramato a discapito del governo federale occupano una buona parte della sua edizione in nove volumi pubblicata tra il 1889 e il 1891 intitolata History of the United States During the Administrations of Thomas Jefferson and James Madison. Nella sua opera Adams descrive Burr come uno spietato opportunista e arriva al punto da definirlo il Mefistofele della politica.[106] Tra le principali opere che invece prendono le difese di Burr, va citata la sua stessa autobiografia pubblicata postuma dal suo amico Matthew L. Davis. Altre opere piรน benevole nei confronti di Burr furono la biografia di James Parton pubblicata nel 1892, la biografia pubblicata in due volumi tra il 1979 e il 1982 di Milton Lomask e la piรน recente biografia pubblicata nel 2007 da Nancy Isenberg.
La pubblicazione delle memorie di Burr nel 1978 su microfilm e in seguito nel 1983 su carta non aiutarono a gettare luce sugli aspetti piรน controversi di questa figura.[107] Molti dei documenti che avrebbero potuto fare chiarezza su alcune vicende a tutt'oggi oscure andarono infatti persi in seguito al naufragio nel quale sparรฌ anche la figlia Theodosia, mentre la restante parte dei documenti fu distrutta dallo stesso Davis. Mentre per la maggior parte dei padri fondatori le informazioni raccolte dagli storici comprendono diverse decine di volumi, le uniche notizie disponibili su Aaron Burr sono raccolte in due volumi. La maggior parte delle informazioni deriva inoltre da libri contabili dello stesso Burr, nei quali egli annotรฒ i suoi acquisti e le sue vendite. Secondo alcune ricerche condotte dallo storico Gordon S. Wood, il concetto di politica dal punto di vista di Burr potrebbe essere riassunto nelle tre parole: fun, honor & profit. Sempre secondo Wood questa sarebbe la maggiore differenza con gli altri padri fondatori: mentre per Jefferson e Hamilton la politica era un servizio alla comunitร , secondo Wood per Burr la politica non era altro che un modo per meglio rappresentare i propri interessi.[108]
Anche la narrativa si interessรฒ alla persona di Burr. Esagerando i suoi proverbiali appetiti sessuali,[101] alcuni autori lo caratterizzarono come l'eroe di diversi romanzi a sfondo erotico o pornografico, quale ad esempio il romanzo del 1861 The Amorous Intrigues and Adventures of Aaron Burr.[109] L'immagine di Burr traditore della patria e figura diabolica fu ulteriormente accentuata nel 1931, quando per la prima volta fu presentato a Broadway da Booth Tarkington un dramma dal titolo Colonel Satan, or A Night in the Life of Aaron Burr.[110] Inoltre la persona di Burr fu citata in innumerevoli opere minori e quasi sempre fu oggetto di aspre critiche. Non di rado fu paragonato a Caino e per alcuni rappresentรฒ l'equivalente di Catilina.[111] Tra i libri che ne offrono un ritratto meno negativo, degno di nota รจ il romanzo storico Burr, pubblicato nel 1973 da Gore Vidal, che รจ una rivisitazione degli anni 1775-1808 negli Stati Uniti dal punto di vista di Burr; in esso l'autore cercรฒ sia di restituire parte della dignitร alla persona di Burr sia di ricostruire la veritร storica, mettendo in discussione l'immagine tradizionale dei padri fondatori.[104]
Note
- ^ a b Elkins, 1993, p. 744.
- ^ a b c d e f g h (EN) Aaron Burr, su Enciclopedia Britannica. URL consultato il 21 dicembre 2021 (archiviato il 19 ottobre 2021).
- ^ Elkins, 1993, pp. 81-85.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 9-16.
- ^ a b Isenberg, 2007, pp. 27-28.
- ^ Lomask, 1979, pp. 41-42.
- ^ Lomask, 1979, pp. 49-50.
- ^ Lomask, 1979, pp. 50-55.
- ^ Lomask, 1979, pp. 55-56.
- ^ Isenberg, 2007, p. 43.
- ^ Isenberg, 2007, p. 46.
- ^ Lomask, 1979, pp. 56-59.
- ^ Lomask, 1979, pp. 59-63.
- ^ Parton, 1861, pp. 124-125.
- ^ a b Hecht, 1967, p. 57.
- ^ (EN) Edward G. Williams, The Prevosts of the Royal Americans, in Western Pennsylvania Historical Magazine, vol. 56, n. 1, gennaio 1973, pp. 16-17.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 64-66.
- ^ Isenberg, 2007, p. 70.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 75-76.
- ^ Lomask, 1979, p. 197.
- ^ Lomask, 1979, pp. 75-82.
- ^ Isenberg, 2007, p. 88.
- ^ Lomask, 1979, p. 93.
- ^ Lomask, 1979, p. 120.
- ^ Lomask, 1979, pp. 131-132.
- ^ Isenberg, 2007, p. 100.
- ^ Lomask, 1979, pp. 134-135.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 104-105.
- ^ Lomask, 1979, pp. 139-144.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 105-106.
- ^ Young, 1967, pp. 187-192.
- ^ Isenberg, 2007, p. 107.
- ^ Young, 1967, pp. 197-198.
- ^ Young, 1967, p. 329.
- ^ Young, 1967, pp. 278-279, 430-431.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 109-113.
- ^ Young, 1967, pp. 324-330.
- ^ Lettera di Hamilton a una persona ignota, 21 settembre 1792. Lomask, 1979, p. 174.
- ^ Lomask, 1979, pp. 156-157.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 132-134.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 135-137.
- ^ Lomask, 1979, p. 158.
- ^ Lomask, 1979, p. 183.
- ^ Isenberg, 2007, p. 153.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 158-159.
- ^ Lomask, 1979, pp. 209-213.
- ^ Wood, 2009, p. 288.
- ^ Lomask, 1979, pp. 221-230.
- ^ Lomask, 1979, p. 237.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 196-200.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 201-202.
- ^ Elkins, 1993, pp. 740-741.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 208-209.
- ^ Elkins, 1993, p. 748.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 219-220.
- ^ Wood, 2009, pp. 280-298.
- ^ (EN) R.B. Bernstein, Thomas Jefferson, New York, Oxford University Press, 2005, p. 163, ISBN 0-19-518130-1.
- ^ Lomask, 1979, p. 307.
- ^ Lomask, 1979, pp. 314-322.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 247-252.
- ^ Lomask, 1979, p. 323.
- ^ Lomask, 1979, pp. 309-312.
- ^ (EN) Henry Adams, History of the United States, New York, 1890, p. 192.
- ^ a b c Elkins, 1993, p. 745.
- ^ (EN) Garry Wills, Negro President: Jefferson and the Slave Power, Boston, Houghton Mifflin, 2003, pp. 127-139, ISBN 0-7862-6119-6.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 272โ279.
- ^ Lomask, 1979, pp. 362โ366.
- ^ (EN) A Century of Lawmaking for a New Nation: U.S. Congressional Documents and Debates, 1774 - 1875, su memory.loc.gov. URL consultato il 9 settembre 2011 (archiviato il 10 febbraio 2010).
- ^ Isenberg, 2007, pp. 279-282.
- ^ Lomask, 1982, p. 17.
- ^ Lomask, 1982, pp. 49-52.
- ^ Hoffer, 2008, p. 36.
- ^ Hoffer, 2008, pp. 199-206.
- ^ (EN) Sean Wilentz, The Rise of American Democracy, New York, Norton, 2005, pp. 128-130, ISBN 0-393-05820-4.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 282-283.
- ^ Hoffer, 2008, pp. 189-193.
- ^ (EN) Special Message to Congress on the Burr Conspiracy (January 22, 1807), su millercenter.org. URL consultato il 9 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).
- ^ a b Hoffer, 2008, pp. 134-140.
- ^ Hoffer, 2008, pp. 123-125, 142-143.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 369-371.
- ^ Hecht, 1967, p. 309.
- ^ Lomask, 1982, p. 309.
- ^ Lomask, 1982, pp. 302-315.
- ^ Lomask, 1982, pp. 325-351.
- ^ Lomask, 1982, pp. 351-357.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 386-388.
- ^ Hecht, 1967, pp. 328-329, 332.
- ^ Cรดtรฉ, 2002, p. 265.
- ^ (EN) David Stick, Graveyard of the Atlantic: Shipwrecks of the North Carolina Coast, The University of North Carolina Press, 1989, p. 7, ISBN 0-8078-4261-3.
- ^ Isenberg, 2007, p. 386.
- ^ Hecht, 1967, pp. 330-331.
- ^ a b Hecht, 1967, pp. 332-335.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 388, 396-397.
- ^ (EN) Ron Chernow, Alexander Hamilton, New York e Londra, Penguin, 2004, p. 721, ISBN 1-59420-009-2.
- ^ Isenberg, 2007, p. 400.
- ^ a b (EN) Eliza Bowen Jumel (1775-1865), socialite, su nps.gov, National Park Service. URL consultato il 27 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2008).
- ^ Hecht, 1967, p. 338.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 401-403.
- ^ Isenberg, 2007, pp. 403-404.
- ^ Isenberg, 2007, p. 405.
- ^ a b Elkins, 1993, pp. 743-744.
- ^ (EN) America's Worst Vice Presidents, su Time, 21 agosto 2008. URL consultato il 27 dicembre 2021 (archiviato il 17 novembre 2021).
- ^ Lomask, 1979, p. 236.
- ^ a b Isenberg, 2007, pp. 409-414.
- ^ (EN) Ernest Samuels, Henry Adams, Cambridge, The Beklnap Press of Harvard University Press, 1989, pp. 183-185, ISBN 0-674-38735-X.
- ^ (EN) Henry Adams, History of the United States During the Administrations of Thomas Jefferson, vol. 2, 1889, p. 171.
- ^ (EN) The Enigma of Aaron Burr, in Reviews in American History, vol. 12, n. 3, 1984, pp. 378-382.
- ^ (EN) Gordon S. Wood, The Real Treason of Aaron Burr, in Proceedings of the American Antiquarian Society, vol. 143, n. 2, 1999, pp. 280-295. URL consultato il 22 dicembre 2021 (archiviato il 22 dicembre 2021).
- ^ Isenberg, 2007, p. 415, nota 1.
- ^ Isenberg, 2007, p. 408.
- ^ Nolan, 1980, p. 47.
Bibliografia
- (EN) Thomas Abernathy, The Burr Conspiracy, New York, Oxford University Press, 1954, ISBN 0-8446-1000-3.
- (EN) Francis F. Beirne, The Treason Trials of Aaron Burr, New York, Hastings, 1959, ISBN 0-7006-1591-1.
- (EN) Richard N. Cรดtรฉ, Theodosia Burr Alston: Portrait of a Prodigy, Mount Pleasant, Corinthian Books, 2002, ISBN 1-929175-31-0.
- (EN) Matthew L. Davis, Memoirs of Aaron Burr. With Miscellaneous Selections from his Correspondence, New York, Harper & Brothers, 1971, ISBN 0-306-70139-1.
- (EN) Matthew L. Davis, The Private Journal of Aaron Burr, During His Residence of Four Years in Europe; With Selections from His Correspondence, New York, Harper & Brothers, 2010, ISBN 978-1-141-94800-0.
- (EN) Stanley Elkins, The Age of Federalism, New York, Oxford University Press, 1993, ISBN 0-19-509381-X.
- (EN) Thomas Fleming, Duel: Alexander Hamilton, Aaron Burr, and the future of America, New York, Basic Books, 2000, ISBN 0-465-01737-1.
- (EN) Nancy Isenberg, Fallen Founder. The Life of Aaron Burr, New York, Viking, 2007, ISBN 978-0-670-06352-9.
- (EN) Marie B. Hecht e Herbert S. Parmet, Aaron Burr: Portrait of an Ambitious Man, New York, Macmillan, 1967.
- (EN) Peter Charles Hoffer, The Treason Trials of Aaron Burr, Lawrence, University of Kansas Press, 2008, ISBN 978-0-7006-1591-9.
- (EN) Roger G. Kennedy, Burr, Hamilton, and Jefferson: A Study in Character, New York, Oxford University Press, 2000, ISBN 0-19-514055-9.
- (EN) Mary-Jo Kline e Joane W. Ryan, Political Correspondence and Public Papers of Aaron Burr, Princeton University Press, 1983, ISBN 0-691-04685-9.
- (EN) Milton Lomask, Aaron Burr - The Years from Princeton to Vice President 1756โ1805, New York, Farrar Straus & Giroux, 1979, ISBN 0-374-10016-0.
- (EN) Milton Lomask, Aaron Burr - The Conspiracy and Years of Exile 1805โ1836, Farrar Straus & Giroux, 1982, ISBN 0-571-12047-4.
- (EN) Buckner F. Melton, Aaron Burr: Conspiracy to Treason, New York, John Wiley and Sons, 2001, ISBN 0-471-39209-X.
- (EN) Charles J. Nolan, Aaron Burr and the American Literary Imagination, Westport, Greenwood Press, 1980, ISBN 0-313-21256-2.
- (EN) James Parton, The Life and Times of Aaron Burr, New York, Mason Brothers, 1861.
- (EN) David Robertson, Reports of the Trials of Colonel Aaron Burr, Filadelfia, Hopkins and Earle, 2007, ISBN 978-0-548-18443-1.
- (EN) Arnold A. Rogow, A Fatal Friendship: Alexander Hamilton and Aaron Burr, New York, Hill and Wang, 1998, ISBN 0-8090-1621-4.
- (EN) Nathan Schachner, Aaron Burr: A Biography, New York, A.S. Barnes, 1961.
- (EN) Alfred F. Young, The Democratic Republicans of New York: The Origins, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1967, ISBN 0-8078-1043-6.
- (EN) Gordon S. Wood, Empire of Liberty: A History of the Early Republic, 1789โ1815, New York, Oxford University Press, 2009, ISBN 978-0-19-503914-6.
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Aaron Burr
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aaron Burr
Collegamenti esterni
- Burr, Aaron, su Treccani.it โ Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Leonardo Vitetti, BURR, Aaron, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Burr, Aaron, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Aaron Burr, su Enciclopedia Britannica, Encyclopรฆdia Britannica, Inc.
- Opere di Aaron Burr / Aaron Burr (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Aaron Burr, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Aaron Burr, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Opere riguardanti Aaron Burr, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Informazioni biografiche del Congresso degli Stati Uniti.
Controllo di autoritร | VIAF (EN) 57408702 ยท ISNI (EN) 0000 0000 6677 8262 ยท SBN USMV638619 ยท CERL cnp00397890 ยท LCCN (EN) n78086252 ยท GND (DE) 11867501X ยท BNF (FR) cb11938066b (data) ยท J9U (EN, HE) 987007296727205171 |
---|