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Porto San Giorgio comune | |
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Piazza San Giorgio vista da Largo del Teatro | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Fermo |
Amministrazione | |
Sindaco | Valerio Vesprini (Lista civica) dal 12-6-2022 |
Data di istituzione | 1741 |
Territorio | |
Coordinate | 43°11′05.46″N 13°47′43.76″E |
Altitudine | 4 m s.l.m. |
Superficie | 8,58 km² |
Abitanti | 15 579[3] (31-8-2024) |
Densità | 1 815,73 ab./km² |
Comuni confinanti | Fermo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 63822 |
Prefisso | 0734 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 109033 |
Cod. catastale | G920 |
Targa | FM |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[4] |
Cl. climatica | zona D, 1 644 GG[5] |
Nome abitanti | sangiorgesi[1][2] |
Patrono | san Giorgio[2] |
Giorno festivo | 23 aprile[2] |
Cartografia | |
Posizione del comune di Porto San Giorgio nella provincia di Fermo | |
Sito istituzionale | |
Porto San Giorgio (Lu Portu in dialetto locale) è un comune italiano di 15 579 abitanti[3] della provincia di Fermo nelle Marche.
Il territorio comunale è stretto fra il mare Adriatico, a est, e il comune di Fermo, dal cui capoluogo dista 6 km.
Strabone, storico greco del primo secolo a.C., nomina Fermo e il suo porto nella Geografia[6]. A sua volta lo scrittore latino Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, lo designa come Castellum Firmanorum. La città è inoltre nominata nell'Itinerario dell’imperatore Antonino, risalente al V secolo d.C. e nella Tabula Peutingeriana, antichissima carta geografica dell’epoca imperiale romana. Vi figura col nome di Castello Firmani,[7] sito in epoca romana probabilmente alla foce del fiume Ete.
Nei documenti medievali compare col nome di Portus Sancti Georgi[8] e Portus Firmi[9] nel 1231, nell'XI secolo divenne fortezza col nome di Castel San Giorgio. È indicato nei portolani e nelle carte nautiche antiche come scalo marittimo di primaria importanza. Dopo la calata dei barbari e le conseguenti distruzioni, si stabilì sulle falde del cosiddetto Monte Cacciù nella zona una colonia di pescatori veneti o dalmati che diedero vita ad un centro abitato che nel 1164 passò per ordine di Federico Barbarossa al Capitolo dei Canonici di Fermo e nel 1266 fu preso in affitto dal comune di Fermo.
La storia di Porto San Giorgio da allora in poi si riassume in una serie di tentativi di riconquistare l'autonomia rispetto a Fermo.
Lorenzo Tiepolo, podestà a Fermo e futuro doge di Venezia, dette impulso al porto, dotandolo nel 1267 di una roccaforte, che da lui avrebbe preso il nome, per vigilare contro le incursioni dei Saraceni dal mare e proteggere Fermo. Per questo suo ruolo chiave nella difesa di Fermo, a Castel San Giorgio era riconosciuto il diritto di sfilare in testa al corteo della Cavalcata dell’Assunta, il 15 agosto.
Nel 1362, viste le incursioni turche nell'Adriatico, con il permesso di Giovanni Visconti da Oleggio, signore di Fermo, a difesa del porto fu eretta una fortificazione scandita ad intervalli regolari da delle torri merlate. Il baluardo (in parte ancora visibile) venne realizzato parallelo alla costa per chiudersi alle due estremità da ulteriori mura che correvano fino al mare, il quale arrivava in corrispondenza dell'attuale tracciato della strada statale adriatica. Lungo i due muraglioni laterali, a protezione della vasca navale, erano state aperte tre arcate a sesto acuto, quasi totalmente demolite nel Novecento.
Nei secoli successivi il Castello cercò sempre di affrancarsi da Fermo, ma la città episcopale si oppose a lungo alla sua autonomia. Durante la manifestazione del 15 agosto 1490, approfittando del fatto che i sangiorgesi si trovavano a Fermo, duecento fermani, capeggiati da tale Antonio Trovatelli irruppero nel palazzo del Vicario di Porto San Giorgio, bruciando l'archivio e asportando libri e documenti. L'evento testimonia tensioni mai sopite fra i due paesi. Nel 1538 tra il Porto e Fermo si registrano nuovi contrasti, che si ripetono nel 1620 e nel 1711. Asti e attriti che nel 1729 sfociano in un conflitto passato alla storia con il nome di "guerra per l'imbarco dei grani".
Nel 1741 la Congregazione Fermana stabilì che Porto San Giorgio fosse considerata un castello distinto da Fermo ottenendo l'indipendenza ed il diritto di eleggere i suoi consiglieri ed i suoi Magistrati e prese il nome di Porto San Giorgio. Nel 1782 il Governo Pontificio concesse il possesso dei territori che vanno dal Tenna all’Ete. Nel 1802 con un documento scritto da Pietro Orlandi e firmato da numerosi sangiorgesi si ribadisce la volontà di autonomia e indipendenza del Porto in opposizione ai tentativi di riannessione da parte di Fermo. Durante il periodo napoleonico Porto San Giorgio conseguì la sospirata autonomia da Fermo ottenendo anche, nel 1810, l'annessione di Torre di Palme.
Tuttavia in questi primi anni dell'Ottocento il centro abitato di Porto San Giorgio non era ancora al sicuro dalle incursioni dei pirati provenienti dall'altra sponda dell’Adriatico: nel 1815 una nave corsara portò via decine di giovani sangiorgesi che sarebbero stati venduti come schiavi in Oriente.
Con la Restaurazione l'autonomia comunale non fu revocata, ma confermata dal governo pontificio nel 1816. Con la maggiore sicurezza del mare che si andò creando nei decenni successivi Porto San Giorgio poté incrementare le proprie attività di pesca, sulle quali si fondava gran parte dell’economia locale. La cittadina cominciava ad essere vista come un luogo di soggiorno in riva all'Adriatico, tanto che Girolamo Bonaparte, fratello dell’imperatore ed ex re di Vestfalia, vi fece costruire una villa neoclassica.
Con l’Unità d'Italia Porto San Giorgio, che aveva meno di 4 000 abitanti, perse Torre di Palme, che fu ceduta a Fermo, ma la sua autonomia comunale fu confermata. Nel 1878 una minore porzione del territorio comunale di Fermo viene concessa a quello di Porto San Giorgio che riesce ad espandersi di poco verso ovest (confini attuali).
Durante la seconda guerra mondiale subì numerose incursioni aeree finalizzate al danneggiamento della linea ferroviaria. Porto San Giorgio fu liberata dalle truppe inglesi, indiane e polacche comandate dal generale Montgomery il 28 giugno 1944.
Il 15 giugno 1986 i cittadini di Fermo e quelli di Porto San Giorgio vennero chiamati ad esprimersi in un referendum consultivo per l'unificazione dei due comuni. Il 70,61% dei votanti fermani si espresse per l'unificazione, mentre il 92% dei votanti sangiorgesi si espresse per il No. Prevalsero in totale i No per 871 voti. Nel 1987 il terremoto di Fermo e Porto San Giorgio non provocò feriti.
Lo stemma comunale corrisponde all'antico emblema della città di Fermo di cui Porto San Giorgio ha condiviso a lungo la storia[10] ed è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 10 novembre 1953.[11]
«Di rosso, alla croce patente d'argento, posta nel canton destro del capo. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone, concesso con DPR del 18 giugno 1954, è un drappo partito di rosso e di bianco.[12]
Tra i principali monumenti di Porto San Giorgio si annoverano chiese ed edifici civili, pubblici e privati.[14]
Costruita nel 1267 dal veneziano Lorenzo Tiepolo, podestà di Fermo. La rocca, di forma quadrangolare con un mastio e merli guelfi, è stata recentemente ristrutturata ed è sede di manifestazioni culturali teatrali di arte drammatica.
Abitanti censiti[21]
Al 31 dicembre 2016 la popolazione straniera era di 955 persone[22] (5,94% sulla popolazione). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla percentuale sulla popolazione residente erano:
Il dialetto di Porto San Giorgio è classificato come dell'area fermana. Si contraddistingue per il mantenimento della distinzione latina tra le vocali finali u ed o. Molte espressioni derivano dall'antica lingua dei romani, come "gne nòccia", derivante dal latino ne noceat, che significa: "che non ti nuoccia", "che ti sia propizio". In passato la parlata rivelava alcune influenze abruzzesi settentrionali, che come nel caso dei cosiddetti "frangimenti vocalici": ne sono un esempio ó chiusa, che passava ad ò aperta (fiòre, cròce), ò aperta, che si incamminava verso a (mante per "monte"), ed è aperta, che passava ad à (pràgo per "prego", bà per "bene", tàmpo per "tempo").
La cittadina è detta in dialetto sangiorgese semplicemente Lu Portu, cioè Il Porto, com'è chiamata generalmente dagli abitanti dell'entroterra, sia del capoluogo e sia della provincia, o modernamente, con italianizzazione pressoché totale, San Giorgio.
Tipico di Porto San Giorgio è il "brodetto alla sangiorgese" o "brodetto di Porto San Giorgio". Il comune di Porto San Giorgio ha infatti codificato per il brodetto la Denominazione comunale d'origine (De.Co.). Nella ricetta De.Co. non si possono utilizzare pesci congelati, pesci non dell’Adriatico centrale, e tutti gli altri ingredienti devono essere locali. La ricetta ufficiale prevede dunque lo sgombro, il gattuccio e/o palombo, il merluzzo, il suro, lo scorfano, il sanpietro, il grongo, la triglia, il merlano, la baraccola (o razza), la rana pescatrice, la tracina, la gallinella di mare, il pesce prete, il moscardino, la mazzancolla, il cefalo e il granchio. Si devono scegliere almeno 13 diverse specie di questi pesci, e si dovrà accompagnarli con pomodori verdi, prezzemolo, aceto, peperoncino, olio e sale.[23][24]
Dolce simbolo di Porto San Giorgio è l'amandovolo (o amandovulo), di forma rettangolare e a base di uova e mandorle, ricoperto di cioccolata fondente e granella di nocciole. Tradizionale dolce natalizio, l'amandovolo venne ideato negli anni '40 dal torinese trasferitosi a Porto San Giorgio Luigi Gaviorno.[24] Altro tipico dolce natalizio della zona è il frustingo, a base di frutta secca e fichi.
A Porto San Giorgio si possono trovare anche i vincisgrassi, le olive ed i cremini all'ascolana ed il ciauscolo.
Porto San Giorgio era la sede della "Ditta Francesco Olivieri" che produceva l'Anisetta “Anisina Olivieri Specialità Premiata”. Altri liquori che si possono trovare a Porto San Giorgio e tipici marchigiani sono: il Mistrà (liquore all'anice simile alla sambuca) ed il vin cotto.
La festa del mare si svolge il 14 agosto. Nata alla fine degli Sessanta del Novecento, la festa intende ricordare un fatto accaduto il 7 aprile 1795, quando i pescatori di Porto San Giorgio scioperarono perché i padroni delle barche non intendevano aumentare la loro paga. I pescatori, preoccupati per i bilanci familiari messi in crisi dallo sciopero, affidarono all'artigiano Tommaso Mostarda la costruzione di una enorme padella allo scopo di consumare insieme le ultime riserve alimentari di ogni famiglia. Quando l'aumento del salario fu concesso, finalmente si tornò a pescare[25]. Elemento cardine è la Padella Gigante dell'Adriatico[26] (il cui manico misura 8 metri, con un diametro di 6 metri sull'orlo e di 4 metri sul fondo; all'interno vengono versati 1 000 litri di olio).
Radio 4, nata nell'estate nel 1975, fu una delle prime radio private libere nazionali. Restò attiva fino al 1995.[senza fonte]
A Porto San Giorgio è stato girato il film del 2016 Come saltano i pesci.[27]
Porto San Giorgio venne ufficialmente riconosciuta “stazione di cura, soggiorno e turismo” con il decreto ministeriale del 28 ottobre 1927.[senza fonte]
Il turismo continua ad essere, insieme alla pesca, la prevalente attività economica locale, mentre nel settore industriale operano imprese del settore alimentare e dell'olio, cartario, meccanico, produzione di mobili e calzaturiero.[2][28]
La città è attraversata da nord a sud dalla strada statale 16 Adriatica. A sud della città c'è il casello di Porto San Giorgio-Fermo dell'Autostrada A14 Adriatica e a nord quello di Porto Sant'Elpidio. La strada provinciale 239, a doppia corsia per ogni senso di marcia, collega Porto San Giorgio a Fermo. Più a sud, la strada provinciale 87 Val d'Ete costeggia il fiume Ete Vivo.
Tra il 1958 e il 1977 Porto San Giorgio fu collegata a Fermo da una linea filoviaria.
La stazione di Porto San Giorgio-Fermo è posta sulla ferrovia Adriatica, nella tratta Ancona-Pescara; fino al 1956 era in funzione anche la Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola, a scartamento ridotto.
Il porto turistico-peschereccio è tra i più grandi porti turistici dell'Adriatico italiano con una superficie di 140 000 m² ed in grado di ospitare circa settecento barche. Costruito nel 1984 ha ottenuto negli anni numerose bandiere blu.[29][30]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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4 dicembre 1994 | 13 dicembre 1998 | Antonio Rossi | centro-sinistra | Sindaco | [31] |
13 dicembre 1998 | 9 giugno 2003 | Francesco Amici | centro-destra | Sindaco | [32] |
10 giugno 2003 | 12 aprile 2008 | Claudio Brignocchi | centro-sinistra | Sindaco | [32] |
13 aprile 2008 | 14 settembre 2011 | Andrea Agostini | centro-destra | Sindaco | [33][34] |
15 settembre 2011 | 20 maggio 2012 | Marcella Conversano | Commissario prefettizio | [34] | |
21 maggio 2012 | 12 giugno 2022 | Nicola Loira | centro-sinistra | Sindaco | [35][36] |
13 giugno 2022 | in carica | Valerio Vesprini | centro-destra[37] | Sindaco | [38] |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 139665830 · LCCN (EN) n88215121 |
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