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Isera comune | |
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Panorama di Isera. In alto sulla sinistra è visibile Castel Corno | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Graziano Luzzi (Lista civica) dal 22-9-2020 |
Data di istituzione | 16-10-1920 |
Territorio | |
Coordinate | 45°53′N 11°01′E |
Altitudine | 243 m s.l.m. |
Superficie | 14,09 km² |
Abitanti | 2 775[1] (31-10-2021) |
Densità | 196,95 ab./km² |
Frazioni | Bordala, Casette, Cornalé, Folaso, Lenzima, Marano, Patone, Reviano |
Comuni confinanti | Mori, Nogaredo, Ronzo-Chienis, Rovereto, Villa Lagarina |
Altre informazioni | |
Lingue | Italiano |
Cod. postale | 38060 |
Prefisso | 0464 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022098 |
Cod. catastale | E334 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 773 GG[3] |
Nome abitanti | iserotti (iseròti) |
Patrono | San Vincenzo |
Giorno festivo | 22 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Isera nella provincia autonoma di Trento | |
Sito istituzionale | |
Isera (Iséra in dialetto trentino[4]) è un comune italiano di 2 775 abitanti della provincia autonoma di Trento.
Il vino Marzemino, tipico della zona, viene citato anche da Mozart nel suo Don Giovanni.[5]
Il comune è parte di un territorio, anticamente detto "Comun Comunale", che si estende sulla sponda destra dell'Adige fra Trento e Rovereto. Isera è composta da 8 frazioni: Cornalè, Marano, Reviano, Folaso, Casette, Bordala, Patone e Lenzima.
L'etimologia della parola che dà il nome al paese di Isera ha origini prelatine, correlata con Isarco, dal nome del popolo degli Isarci; potrebbe avere una derivazione dal latino, illi in sera, ovvero "quelli che abitano a ponente". Si ha testimonianza che nel 1216 il paese avesse nome illi de Ysera, et de Brancolino, et de Marano, et de Follaxo, nel 1220 è scritto Lisera, nel 1251 Licera, in seguito sempre Isera.[6]
Rilevante risulta la presenza umana fin dalla preistoria, sono state ritrovate tracce di cacciatori paleolitici. Ritrovamenti significativi risalgono all'epoca neolitica,si tratta di villaggi e tracce di insediamenti arroccati. Manifestazioni tardo-neolitiche sono state ritrovate nella zona di Castel Corno e Castel Pradaglia. La Giurisdizione di Isera rimase per più di due secoli e mezzo sotto il feudo della potente famiglia dei von Liechtenstein. Il territorio di Isera fece parte (fino alla prima guerra mondiale) alla Contea di Tirolo.
Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con deliberazione della Giunta provinciale del 27 settembre 1985 n. 9229.[7]
«D'argento, al palazzo comunale di rosso, calzato ritondato d'azzurro, caricato a destra dello scudetto d'argento, al grappolo d'uva di Marzemino, e a sinistra dell'aquila aperta d'argento, rostrata e armata d'oro, linguata di rosso. Corona: Civica di Comune. Ornamenti: A destra una fronda d'alloro fruttata di rosso, a sinistra una fronda di quercia ghiandifera al naturale.»
Lo stemma allude ai comuni aggregati il 20 dicembre 1928 (Lenzima, Patone, Reviano-Folas) riportando il palazzo turrito in rosso su argento dei Lichtenstein-Fedrigotti di Lenzima; l'aquila d'argento in campo azzurro è di Patone; l'uva di Marzemino su scudo argento è di Isera-Marano; il campo azzurro è di Reviano-Folas.[8]
«Drappo rettangolare bianco, incalzato d'azzurro, del rapporto di 5/8 appeso ad un bilico, terminante in fondo a coda di rondine aperta, bordato e frangiato d'oro, caricato al centro dello stemma comunale, completo dei suoi ornamenti, sovrastato dalla scritta in oro, disposta ad arco "Comune di Isera". Il tutto sostenuto da un'asta ricoperta di velluto azzurro, ornata da un nastro a spirale, cui il bilico sarà appeso mediante un cordone terminante a nappe, il tutto d'oro.»
Abitanti censiti[9]
In un serbatoio non più utilizzato dell'acquedotto di Reviano, sulle Colline della Vallagarina famose per il vino Marzemino, ha preso il via il Progetto Idrogeno fortemente voluto dall'amministrazione comunale, appoggiato dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento (Laboratorio Id.E.A., Idrogeno Energia ed Ambiente) e finanziato con quasi 700 000 euro dalla Provincia autonoma di Trento, Assessorato all'Energia. L'obiettivo era quello di realizzare una struttura dimostrativa sperimentale attorno alla quale poter organizzare dei momenti formativi a vari livelli, ma anche attività sperimentali in collaborazione con l'Università ma anche di enti/aziende esterne, un sito in divenire dove poter sperimentare nuove tecnologie connesse all'impiego dell'idrogeno.
Attualmente l'impianto è sperimentale e dimostrativo, non essendo collegato ad utenze abitative, pensato per fare dei test su prototipi industriali (attualmente monta due diversi tipi di celle a combustibile), per "dimostrare" che la tecnologia "funziona". Le celle a combustibile collegate producono corrente che alimenta dei carichi, ossia delle lampade alogene.
Le idee che si perseguono sono:
L'impianto permette di produrre corrente elettrica utilizzando celle a combustibile, PEMFC e AFC. Per poter raggiungere questo obiettivo è necessario produrre idrogeno gassoso ad alta purezza. L'idrogeno necessario per alimentare le celle a combustibile può essere prodotto da due diversi "generatori": uno che sfrutta la reazione di elettrolisi dell'acqua, elettrolizzatore, e uno che sfrutta la reazione d'idrolisi di un idruro complesso irreversibile, generatore di idrogeno da boroidruro di sodio.
Quando l'idrogeno viene prodotto tramite l'elettrolizzatore viene inviato al compressore per essere immagazzinato nei due serbatoi da 30 bar ciascuno (l'ossigeno viene rilasciato in atmosfera); quando viene prodotto dal generatore a boroidruro di sodio viene inviato direttamente alle celle a combustibile. Quando l'elettrolizzatore è in funzione, il compressore invia l'idrogeno ai due serbatoi di immagazzinamento fino al raggiungimento della pressione massima di 30 bar.
Le celle a combustibile, quando vengono messe in funzione, vengono alimentate dall'idrogeno immagazzinato nei serbatoi, mentre l'ossigeno viene prelevato dall'aria: un impianto di distribuzione provvede a portarlo alle condizioni di utilizzo richieste in termini di grado di filtrazione e pressione. Ad esaurimento dell'idrogeno nei serbatoi, la fornitura alle celle è garantita dal generatore a sodio boroidruro. Le celle a combustibile sono in grado di generare corrente se viene inviato loro idrogeno ad una pressione di almeno 4 bar. Quando l'impianto è spento i pannelli fotovoltaici riversano la corrente prodotta in rete.
L'impianto è dunque composto dai seguenti elementi:
L'impianto è in funzione da parecchi mesi, ha superato i vari collaudi e sarà inaugurato nella seconda metà del 2008.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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28 giugno 1985 | 5 giugno 1990 | Alessandro Passerini | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
5 giugno 1990 | 5 giugno 1995 | Alessandro Passerini | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
5 giugno 1995 | 15 maggio 2000 | Gian Franco Frisinghelli | Lista civica | Sindaco | |
15 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Carlo Rossi | Lista civica | Sindaco | |
9 maggio 2005 | 17 maggio 2010 | Alessandro Passerini | Lista civica | Sindaco | |
17 maggio 2010 | 10 maggio 2015 | Enrica Rigotti | Lista civica | Sindaco | |
11 maggio 2015 | 22 settembre 2020 | Enrica Rigotti | Lista civica | Sindaco | |
22 settembre 2020 | in carica | Graziano Luzzi | Lista civica | Sindaco |
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Lenzima, Marano, Patone e Reviano Folas.[10]
La principale squadra di calcio della città è l'U.S. Isera che ha militato nel girone B trentino di 1ª Categoria nel calcio maschile. Dalla stagione 2022-2023 la società ha deciso di concentrarsi solo sulla divisione femminile.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 235679092 · GND (DE) 4642621-8 |
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