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Consiglio nazionale siriano المجلس الوطني السوري al-Majlis al-Waṭanī al-Sūrī | |
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Vessillo adottato dal Consiglio nazionale siriano | |
Tipo | governo in esilio |
Istituito | 2 ottobre 2011 |
Segretario generale | George Sabra |
Sede | Istanbul |
Sito web | www.syriancouncil.org/ |
Il Consiglio nazionale siriano, CNS (in arabo المجلس الوطني السوري?, al-Majlis al-Waṭanī al-Sūrī) è un'autorità politica in esilio, nata in seguito alle sommosse popolari in Siria del 2011 contro il governo di Baššār al-Asad. Ha sede a Istanbul (Turchia).
La costituzione del Consiglio nazionale siriano è stata annunciata nella metropoli turca il 23 agosto del 2011. Il 2 ottobre 2011 il Consiglio ha ufficializzato una struttura istituzionale che prevede un'Assemblea generale, un Segretariato generale e un Comitato esecutivo di 6-7 persone, non ancora nominate, per un totale di 235 membri (al 19 dicembre 2011).
Nel settembre del 2011 Burhan Ghalyun è stato nominato presidente del Consiglio. Il Consiglio nazionale siriano è attualmente riconosciuto o supportato da alcuni Paesi membri dell'ONU tra cui due permanenti del Consiglio di sicurezza, Francia e Stati Uniti, oltre alla Lega araba, l'Unione europea e dal Consiglio nazionale di transizione della Libia. Belgio, Canada, Germania, Italia, Paesi Bassi e la Turchia non riconoscono ancora il Consiglio come autorità governativa ma hanno instaurato stabili rapporti di dialogo e sostegno ufficiale con le forze d'opposizione al regime. I ministri degli Esteri del Portogallo, Russia e Norvegia si sono incontrati con i rappresentanti del Consiglio, ma devono ancora riconoscere o sostenerlo ufficialmente a qualsiasi titolo, né hanno disconosciuto la legittimità del governo di Asad.
Il 31 gennaio 2012 il veto di Russia e Cina blocca un testo sulla Siria presentato al Consiglio di sicurezza dell'ONU che intendeva condannare il regime di Baššār al-Asad.[1]
Il 12 febbraio 2012 i ministri degli Esteri della Lega araba riuniti al Cairo in Egitto, decidono di interrompere ogni rapporto con il presidente Baššār al-Asad, di ritirare i loro osservatori dal territorio siriano e riconoscere ufficialmente l'opposizione siriana, chiedendo contestualmente l'intervento in Siria di forze di pace dell'ONU.
Al CNS appartengono diversi gruppi di Fratelli musulmani siriani in esilio,[2] ed è sostenuto dall'ala in esilio degli aderenti alla dichiarazione di Damasco,[3] l'Organizzazione democratica assira, alcuni dissidenti Curdi e i comitati di coordinamento locale (un gruppo coinvolto in dimostrazioni politiche anti-regime in patria. Il CNS afferma di rappresentare all'incirca il 60% dell'opposizione siriana.[4] Il solo partito politico curdo fuori di Siria che abbia dichiarato di aderire al CNS è quello che era guidato da Mash'al Tammo, che fu assassinato poco dopo l'annuncio dato nella città di Kamichlié, nel nordest siriano.[5] Adib Shishakli ne è un membro fondatore.
Ad avere riconosciuto il Consiglio nazionale siriano sono: