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Secondo la tradizione sarebbe stata fondata con il nome di Robur nel 1908, il che la renderebbe una delle società più antiche della Campania; il fondatore sarebbe Mimì Bluette, un cameriere del Circolo Nazionale di Caserta.[2] Il 7 agosto 1924 si ebbe invece per la prima volta la creazione della rossoblù Unione Sportiva Casertana, che ha disputato due campionati di Serie B. Temporaneamente sciolta nel 1927, è stata rifondata dapprima nel 1928 ed in seguito nel 1993 e 2005 dopo due fallimenti. Ha attraversato anche un periodo di inattività dai tornei ufficiali tra il 1932 ed il 1936.
L'attuale società è sorta nel 2005 mentre nel 2008 ha riassunto la vecchia denominazione ma, nell'estate del 2021, scompare nuovamente dal professionismo non riuscendosi ad iscrivere al successivo campionato di Serie C. Successivamente riparte dalla Serie D.
I colori sociali sono il rosso ed il blu che fanno parte dello stemma della città, mentre il simbolo della società è il falco. Disputa le proprie gare casalinghe allo stadio Alberto Pinto.
Il calcio a Caserta ebbe inizio nel 1908 per iniziativa di un cameriere del Circolo Nazionale, Mimì Bluette; il primo campo di gioco fu la Reggia di Caserta e il primo nome scelto per la squadra cittadina fu Robur Caserta con il bianco e il nero come colori sociali.[2] Mutò denominazione una prima volta nel 1912, divenendo Unione Sportiva Volturno, con colori sociali nero-verdi e sul petto uno scudetto rosso e blu,[3] e una seconda volta nel 1921 in Associazione Sportiva Ausonia,[4] Contemporaneamente ad essa sorsero altre piccole realtà come la Pro Caserta, che partecipò al campionato di Prima Categoria 1919-1920.
Il 7 agosto 1924 nacque ufficialmente l'Unione Sportiva Casertana,[5] sintesi dei sodalizi precedenti, che acquistò i giocatori ungheresi Sangiorgi e Ruprich. Nel 1925-26 la squadra si iscrisse al campionato di Prima Divisione, classificandosi al terzo posto nel girone eliminatorio campano. Nel 1926-27, grazie alla Carta di Viareggio, la Prima Divisione in cui militava la Casertana fu riqualificata in un unico girone interregionale per tutto il Sud. Dopo le prime giornate del campionato 1926-27 la Casertana fu esclusa dalla seconda serie nazionale per "indegnità", in seguito agli scontri avvenuti nella partita interna contro la formazione capitolina del Roman, quando l'arbitro concesse alla formazione ospite ben 3 calci di rigore nel corso della partita; tuttavia dopo alcune settimane il Direttorio Divisioni Superiori ritornò sui propri passi riammettendo la Casertana che poté così portare a termine il campionato, chiuso al quarto posto; la squadra non riuscì tuttavia a iscriversi al campionato successivo per le gravi difficoltà economiche derivanti da un torneo di così alta qualità, rimanendo inattiva.
Nel 1935 fu costruito lo stadio Alberto Pinto, grazie al gen. cav. avv. Ludovico Ricciardelli, podestà di Caserta per il PNF. La squadra vi gioca tuttora. Nel 1940 la Casertana giocò il campionato di Prima Divisione Regionale (quarto livello calcistico dell'epoca) giungendo terza alle spalle della Scafatese e del Gladiator di Santa Maria Capua Vetere. Il Gladiator, tuttavia, non riuscì a iscriversi al successivo campionato di Serie C, lasciando così il posto alla Casertana.
La Casertana fu inserita nel Campionato campano 1945 insieme a Napoli e Salernitana, e proprio contro la Salernitana accadde un incidente durante il derby giocato nel campo di via Roma a Caserta: quando la società ospite era in vantaggio per 3 reti a 1, venne annullato un gol al rossoblù Mario Fusco, il quale schiaffeggiò l'arbitro e diede un chiaro segnale ai tifosi di casa di invadere il campo. Fusco fu squalificato a vita e solo in seguito a un dettagliato reclamo della società rossoblù la squalifica fu ridotta a un anno. Nel 1950 la Casertana chiuse il campionato di Promozione (l'antesignana della Serie D) al primo posto, insieme con l'Avellino: si rese così necessario uno spareggio che si giocò nel campo neutro dello stadio Collana di Napoli. La Casertana vinse 2-1 ed ebbe accesso così alla fase finale per la promozione in Serie C. Gli spareggi per la promozione con Toma Maglie e Nissa proseguirono fino a metà agosto, quando i rossoblù furono esclusi tramite sorteggio.
Nel 1969 la Casertana vinse il Campionato di Serie C ma, a seguito di un tentativo di "combine" denunciato dal Taranto, alla squadra rossoblù fu tolta la gioia della prima Serie B della sua storia; fu così che la Giunta comunale invitò "la cittadinanza a manifestare con tutti i mezzi consentiti lo sdegno e la protesta più viva avverso il grave e farsesco provvedimento di cui si chiede l'annullamento": a Caserta iniziò la "Rivolta del pallone", con incidenti che misero Caserta praticamente in stato d'assedio. Il 19 settembre 1969 anche la CAF diede torto ai rossoblù, condannandoli a un altro anno di Serie C. Nel 1969-70, la squadra vinse ancora il campionato. L'anno successivo, la squadra per la prima volta nella sua storia giocò il campionato di Serie B ma si classificò al 19º posto retrocedendo.
Per vedere di nuovo la Serie B a Caserta si dovette aspettare fino al 1991, quando fu la Casertana del presidente Cuccaro a raggiungere la tanto agognata categoria cadetta per la seconda volta, nella stessa stagione in cui nella pallacanestro la JuveCaserta divenne la prima società dell'Italia meridionale a vincere lo scudetto. La Casertana giocò il campionato di Serie B 1991-1992 inizialmente sotto la guida dell'allenatore Adriano Lombardi, che aveva ottenuto la promozione dalla Serie C1. Dopo un inizio incerto Lombardi fu esonerato poco prima della fine del girone di andata e venne ingaggiato l'allenatore Giuseppe Materazzi, ma i rossoblù retrocessero dopo lo spareggio contro il Taranto sul neutro di Ascoli Piceno. Dal 1993 al 1996, la Casertana affrontò il Campionato Nazionale Dilettanti, riuscendo a tornare tra i professionisti solo per la stagione 1996-97 in Serie C2.
Durante la stagione 2004-2005, a causa di problemi interni relativi alla nuova amministrazione, la squadra conobbe nuovamente il fallimento in quanto i giocatori, non pagati, si rifiutarono di scendere in campo per quattro partite, venendo esclusi dalla competizione. Nel 2005 viene fondata la nuova società con il nome di Rinascita Falchi Rossoblù. La società, nonostante il passaggio di proprietà, non navigò in buone acque e fu quindi acquistata dall'ex portiere Giovanni Pascarella, che al termine della stagione cambiò il nome in Caserta Calcio.
Il 28 febbraio 2007 la Casertana vinse la Coppa Italia regionale di Eccellenza battendo in finale il Gragnano per 3-0 allo Stadio San Francesco di Nocera Inferiore(Salerno). Il 22 aprile 2007, battendo in casa la Puteolana con il punteggio di 1-0, la Casertana ottenne la matematica promozione in serie D con una giornata di anticipo.
Il 2 settembre 2007 iniziò il nuovo campionato di Serie D e la Casertana si trovò inserita nel girone I insieme con le squadre calabresi e siciliane, oltre ad altre campane. Un ultimo mese di risultati negativi si tradusse in un play-out contro il Castrovillari: dopo aver sfiorato la vittoria in trasferta, la Casertana crollò nel ritorno e fu nuovamente retrocessa in Eccellenza. Ad ogni modo al termine della stagione la società riacquistò la denominazione originaria Unione Sportiva Casertana 1908, abbandonato con il fallimento del 1993, e compì i 100 anni di vita.
La Casertana nella stagione 2008-2009 disputò l'Eccellenza regionale nel girone A, conquistando nuovamente la promozione in Serie D. Riuscì anche a vincere il titolo regionale di Eccellenza (quell'anno denominato Trofeo Ciro Scognamiglio), in seguito alla doppia sfida contro la formazione sannita Forza e Coraggio Benevento, vincitrice del girone B di Eccellenza campana.[6] Si trattò del terzo titolo per la formazione rossoblù dopo le vittorie del 1954 contro la Torrese di Torre Annunziata (la vecchia denominazione del Savoia) e dopo quella più recente del 2007 contro la Gelbison Cilento di Vallo della Lucania.
Dal 2009 al 2013 la Casertana prese sempre parte al campionato di Serie D e nel 2011-2012 anche alla Coppa Italia.
Il 5 agosto 2013 il Consiglio Federale ratifica il ripescaggio dei falchetti in Lega Pro Seconda Divisione in virtù del secondo posto ai play-off nazionali nel 2012-2013.
Nel 2014-2015 la Casertana è tornata a disputare un campionato di terza serie a più di vent'anni dall'ultima partecipazione, risalente alla stagione 1992-1993, dopo essersi classificata al secondo posto in Lega Pro Seconda Divisione 2013-2014.
Nella stagione 2020-2021, il 20 dicembre 2020, si gioca Casertana-Viterbese ma, a causa dei tanti casi di COVID-19 nella squadra campana, all'inizio si decide di posticipare l'inizio del match, poi l'incontro inizia però con i padroni di casa costretti a giocare solo con 9 uomini. Nei giorni successivi alla partita, altri giocatori risultano positivi al tampone.
Il 28 giugno 2021, all'atto dell'iscrizione, il club omette di presentare la fideiussione richiesta, rimanendo così escluso dal campionato. La società il 17 agosto 2021 si vede riconoscere dal TAR del Lazio il diritto all'ammissione in sovrannumero al campionato di Serie D e successivamente Gabriele Gravina, presidente della FIGC, accoglie la richiesta di iscrizione in sovrannumero della società al suddetto campionato. Partecipa al campionato di Serie C dalla stagione 2023-2024. Dalla stagione 24-25 viene annunciato Ciro Russo come nuovo Direttore ai rapporti istituzionali, con delega all'area finanziaria e area nuovo stadio Pinto, voluto fortemente dal patron Giuseppe D'Agostino con lo scopo di disputare un campionato alla pari delle aspettative arrivando prima possibile agli obiettivi prefissati.
Cronistoria
Cronistoria della Casertana Football Club
1908 - Fondazione della bianconera Robur Foot Ball Club.
1909-1910 - 1ª nel suo girone provinciale della Terza Categoria Campana. 1ª a pari merito con l'Audacia Napoli ma dà forfait per lo spareggio.
1910-1911 - 1ª nel suo girone provinciale della Terza Categoria Campana. Perde la finale.
1911-1912 - La Robur disputa solo amichevoli mentre diventa la neroverde Unione Sportiva Volturno. Successivamente, da una costola del sodalizio viene fondata l'Associazione Sportiva Ausonia.
1912-1914 - Le società disputano solo amichevoli.
1914 - Dalla fusione tra le due società calcistiche cittadine: U.S. Volturno e A.S. Ausonia, nasce la Pro Caserta[7].
1915-1919 - Attività sospesa per cause belliche.
1919-1920 - Ammessa alle qualificazioni pre-campionato alla Prima Categoria, vince i due turni previsti. 5ª nel girone di qualificazione (Torneo centro-meridionale) della sezione campana di Prima Categoria[8]. Retrocessa in Promozione e successivamente non iscritta.
1920-1924 - La squadra non partecipa ad alcun campionato e rimane inattiva.
7 agosto 1924 - Viene fondata l'Unione Sportiva Casertana, che gioca amichevoli per un anno e nel 1925 si iscrive al campionato di Prima Divisione.
1926 - Cambia denominazione in Unione Sportiva Fascista Casertana.
1926-1927 - 4ª nel girone Sud della Prima Divisione. A fine stagione, non si iscrive al campionato successivo per gravi difficoltà economiche e rimane inattiva.
1927-1928 - Il sodalizio rimane inattivo e nel 1928, viene fondato il Gruppo Sportivo Pro Caserta ripartendo dalla Terza Divisione.
1928-1929 - 8ª nella Terza Divisione del Direttorio Regionale Campano. A fine stagione, non si iscrive al campionato per problemi finanziari e si scioglie.
1929-1930 - La squadra non partecipa ad alcun campionato e nel 1930, viene fondata l'Associazione Sportiva Caserta che riparte dalla Terza Divisione.
1930-1931 - 7ª nel girone A della Terza Divisione del Direttorio Regionale Campano.
1931-1932 - 2ª nel girone B della Terza Divisione del Direttorio Regionale Campano. 5ª nel girone finale.
1932-1936 - La società rimane inattiva e disputa solo attività a carattere locale.
1936 - Il sodalizio riprende l'attività con il nome di Associazione Calcio Caserta ripartendo dal campionato di Prima Divisione.
1936-1937 - 2ª nel girone unico del Direttorio XIII Zona (Campania) di Prima Divisione.
1937 - Il club cambia denominazione in Unione Sportiva Casertana.
1937-1938 - 9ª nel girone unico del Direttorio XIII Zona (Campania) di Prima Divisione.
1938-1939 - 8ª nel girone unico del Direttorio XIII Zona (Campania) di Prima Divisione.
1939-1940 - 4ª nel girone unico del Direttorio XIII Zona (Campania) di Prima Divisione.
1940-1941 - 3ª nel girone unico del Direttorio XIII Zona (Campania) di Prima Divisione. Ammessa in Serie C per ripescaggio.
1948-1949 - 2ª nel girone M della Lega Interreg. Sud di Promozione.
1949-1950 - 1ª nel girone M della Lega Interreg. Sud di Promozione. Ammessa alle finali promozione: arriva 3ª nella classifica finale. Promossa in Serie C a titolo equitativo.
1993 - A fine campionato, la società non si iscrive alla stagione successiva per fallimento e viene radiata dalla FIGC. Nell'estate, viene fondata la Casertana Football Club s.r.l. che si iscrive al Campionato Nazionale Dilettanti.
1993-1994 - 5ª nel girone G del Campionato Nazionale Dilettanti.
1994-1995 - 6ª nel girone H del Campionato Nazionale Dilettanti.
2005 - L'A.S.D. Real Aversa, società militante in Eccellenza Campania, cambia denominazione in Associazione Sportiva Dilettantistica Rinascita Falchi Rossoblù, mantenendo però la sede sociale ad Aversa.[10]
2005-2006 - 4ª nel girone A dell'Eccellenza Campania. Perde la semifinale dei play-off.
2006 - In seguito alla fusione con lo S.C. Club Napoli Caserta cambia denominazione in Associazione Sportiva Dilettantistica Caserta Calcio con sede a Caserta.[11]
2006-2007 - 1ª nel girone A dell'Eccellenza Campania. Promossa in Serie D.
Vince la Coppa Italia Dilettanti Campania (1º titolo).
2012-2013 - 4ª nel girone G della Serie D. Perde la finale dei play-off nazionali, ma viene ripescata in Lega Pro Seconda Divisione a completamento organici.
2020-2021 - 10ª nel girone C della Serie C. Perde il primo turno dei play-off.
2021 - Al termine della stagione, la società viene esclusa dai campionati professionistici per inadempienze finanziarie. Successivamente, per decisione del TAR del Lazio viene riammessa in sovrannumero nel girone H della Serie D.
Le foto d'epoca mostrano come originariamente la divisa della Robur Foot Ball Club fosse costituita da una camicia bianca e dei pantaloncini neri.[2] Con il cambio di denominazione in Volturno Football Club, la squadra passò ad indossare divise verdi e nere con uno scudetto rossoblu sul petto.[3] I tradizionali colori rossoblu diventarono realtà a partire dal 1924, con la nascita ufficiale dell'Unione Sportiva Casertana.[5] Tali colori furono abbandonati solo temporaneamente all'inizio del campionato 1928-1929, quando la Pro Caserta adottò il verde-crociato.[12]
Evoluzione storica
Colori
Periodo
Denominazione
1908-1912
Robur Foot Ball Club
1912-1921
Volturno FC
1921-1924
AS Ausonia
1924-1926
US Casertana
1926-1927
USF Casertana
1928-1930
Gruppo Sportivo Pro Caserta
1930-1932
AS Caserta
1936-1937
AC Caserta
1937-1993
US Casertana
1993-2005
Casertana FC
2005-2006
Rinascita Falchi Rossoblù
2006-2008
Caserta Calcio
2008-2011
US Casertana 1908
2011-oggi
Casertana FC
Evoluzione della divisa
Di seguito l'evoluzione parziale della prima maglia della Casertana nel corso degli anni. Nella stagione 2017-18 per la prima volta la divisa rossoblu viene fregiata da un'immagine della Reggia di Caserta.[13]
Anni 1930
Anni 1950
2006-2007
2009-2010
2013-2014
2014-2015
2015-2016
2016-2017
2017-2018
2018-2019
Simboli ufficiali
Stemma
Lo stemma della Casertana è uno scudo rosso e blu dal 1912, adottato al momento del cambio di denominazione in Volturno Football Club[3]. Il falco invece fece la sua prima comparsa nel 1954, quando su iniziativa di un quotidiano napoletano, "Il Giornale", fu indetto un concorso per la scelta di un simbolo, che premiò il disegno di Gerardo Miscuzzi.[14][15][16]
L'attuale stemma della Casertana è stato presentato il 3 giugno 2014 nella sala stampa dello Stadio Pinto. È costituito da uno scudo con bordo color oro, simbolo di blasone, diviso in due parti: una superiore, più piccola e di forma rettangolare, in cui è scritto il nome della società dal punto di vista burocratico, CASERTANA F.C., in blu su sfondo dorato, e una inferiore, più estesa, divisa in una metà sinistra rossa e una destra blu, al centro delle quali vi sono un pallone d'epoca e l'anno di fondazione della squadra, 1908. Lo scudo è poi sormontato da un falco, sempre color oro. Il disegno è stato realizzato dalla società in collaborazione con l'editing Millestampe ed è in formato vettoriale.[17][18][19]
In occasione del 110º anniversario dalla fondazione del club, il 13 luglio 2018 la società ha reso pubblico attraverso i propri canali digitali (Facebook, Twitter e Instagram) il logo celebrativo dell'evento ed in uso nella stagione 2018-2019. Lo stemma altro non è che una variante di quello del 2014, con l'aggiunta di una corona di alloro ai lati del pallone d'epoca e dell'anno 2018 proprio sotto l'anno di nascita 1908.[20]
Le precedenti versioni del logo sono state caratterizzate spesso dal medesimo scudo rosso e blu, che negli anni ha leggermente variato la forma. Il nome della società (in genere il semplice CASERTANA) era inserito tradizionalmente su sfondo bianco nella parte superiore dello scudo, mentre il pallone da calcio è stato inizialmente d'epoca, per poi passare al più moderno ad esagoni e pentagoni bianchi e neri (modello Telstar), fino al ritorno a quello pionieristico con il logo del periodo 2009-2014. Sempre presente anche il falco che sormonta lo scudo, passato attraverso una serie di stilizzazioni.[21] Particolare infine la versione adottata dal 1993 al fallimento del 2005, in cui il falco "entrava" nel logo fino quasi a toccare il pallone con gli artigli. La scritta (in questo caso CASERTANA F.C. come nella versione attuale) era bianca su sfondo per metà blu (lato sinistro, dove il resto dello scudo era rosso) e per metà rosso (lato destro, dove il resto era blu).
«Arriva il giorno di grazia e di follia, l'adrenalina in un attimo va su. Le sciarpe al collo, uniti ancora qua in un canto d'amore per la mia città! Ed è per te se sono qui, solo per te che canterò, questa passione e i nostri guai si fondono su spalti che sostengono la maglia che rispettare dovrai, onorare col cuor, nessuno ci dividerà, solo per te, Casertana!»
(Prima strofa de: Everybody let's go Casertana di Maurizio Ha Fuso & The Bleachers)
L'attuale inno ufficiale è Everybody let's go Casertana,[23] scritto e composto dal complesso Maurizio Ha Fuso & The Bleachers, presentato il 29 aprile 2014 in concomitanza con il ritorno della Casertana in Lega Pro. Si tratta di un brano ska il cui titolo prende spunto da un popolare coro cantato dalla tifoseria organizzata. Hanno preso parte alla registrazione e al video ufficiale anche i calciatori Ermanno Fumagalli, Riccardo Idda, Angelo Antonazzo, Lucas Correa e Nicola Mancino, l'allenatore in seconda Fabio Andreozzi, il team manager Cesare Salomone e l'addetto stampa Giuseppe Frondella.[24] Un nuovo video dell'inno ufficiale della Casertana è stato girato l'11 agosto 2018 ed è stato presentato ufficialmente ai tifosi il 6 settembre 2018, in occasione della presentazione della squadra per il campionato di Serie C 2018/2019.
La Casertana gioca le proprie partite interne allo stadio Alberto Pinto, sito in viale Medaglie d'Oro. L'impianto è stato inaugurato con il nome di Comunale nel 1937[25] alla presenza del principe di PiemonteUmberto di Savoia,[26] mentre nel 1947 è stato intitolato al capitano della Finanza Alberto Pinto, calciatore della Casertana tra il 1925 e il 1927, trucidato a Bellona dai tedeschi nel 1943.[25] Il progetto iniziale prevedeva un centro polisportivo di cui lo stadio è di fatto l'unica costruzione ad esser stata realizzata.[25] L'impianto è formato da una tribuna centrale coperta, dal settore distinti, meno capiente, e da due curve;[25] il terreno di gioco, inoltre, è cintato da una pista di atletica.[25] La capienza originaria era di circa 15 000 posti, tuttavia le attuali norme in materia di sicurezza degli impianti sportivi ne hanno ridotto forzatamente la capienza.[25] Il record di spettatori per una partita di campionato risale alla gara del 2 giugno 1991, decisiva ai fini della promozione nella serie cadetta, giocata contro il Monopoli;[25] in tale occasione gli spalti furono affollati da oltre 15 000 tifosi.[25]
In precedenza la Casertana ha giocato anche in altre strutture come il Comunale di Piazza Venezia, costruito nel 1911, e al campo di Piazza D'armi, nell'area ex "Ma.C.Ri.Co."; inoltre, nel biennio tra il 1945 e il 1947, a causa dell'occupazione dello stadio da parte delle truppe americane, la Casertana è stata costretta a giocare al campo Vincenzo Cucco di via Roma.[27]
Centro di allenamento
La Casertana in passato ha svolto le sue sedute di allenamento presso gli impianti sportivi del centro CIAPI ubicato nel comune di San Nicola la Strada[28] e presso il centro sportivo "Terra di Lavoro" di Marcianise.[29][30] mentre nella stagione 2016-2017, gli allenamenti si sono tenuti presso il centro sportivo "Talamonti", sito a Caserta.[31]. A partire dal 1º luglio 2017, la società rossoblu ha deciso di trasferire il proprio quartier generale presso il campo sportivo "Benedetta Ferone", sito nella frazione di Casolla, e ha stipulato anche un accordo con il comando della Brigata Garibaldi per l'utilizzo del campo "El Alamein",[32] ubicato esattamente alle spalle della curva nord dello stadio Pinto e già impiegato a lungo in passato come campo di allenamento. Dalla fine di ottobre 2018 la società inizia ad utilizzare come campo d'allenamento il campo sportivo "Antonio Ponsillo" del comune di Caiazzo.
^abcRinominato corso Trieste dopo la seconda guerra mondiale
^In seguito al fallimento del 2005 la nuova società fu costretta a stabilire la sede ad Aversa per motivi burocratici dopo il rilevamento del titolo del Real Aversa
Società
La Casertana Football Club s.r.l.[44][53] è una società a responsabilità limitata dal 2011. Le quote societarie sono ripartite tra il presidente Giuseppe D'Agostino, possessore del 75% delle quote, e la società Caseificio La Pagliara s.r.l., di cui lo stesso Giuseppe D'Agostino risulta Amministratore Unico, detentrice del restante 25%.
La Casertana nel corso della stagione 2013-2014 si è distinta per l'impegno nel sociale. Oltre a sponsorizzare la fondazione Onlus "A' voce d'é creature" del parroco anticamorra don Luigi Merola come l'anno precedente,[68] durante il campionato di Lega Pro Seconda Divisione riesce anche a testimoniare la propria vicinanza alla squadra antirazzista della città RFC Ska Lions.[69] Inoltre la società si fa sentire anche sull'argomento Terra dei fuochi: con un coprimaglia indossato nel prepartita della gara contro il Castel Rigone con la scritta TERRA DI LAVORO NON DEVE MORIRE mentre viene esposto (e poi messo sul vetro di divisione dalla Curva Sud dello Stadio Pinto) lo striscione "Terra di Lavoro non deve morire. Caserta vuole vivere".[70] Lo stesso viene poi riportato anche nel sito ufficiale della società rossoblù nello spazio consuetamente occupato dagli sponsor. La Casertana realizza anche un calendario con le foto della squadra nella cornice della Reggia di Caserta. L'intero ricavato della vendita dei calendari viene donato in beneficenza equamente divisa tra la Caritas di Casagiove curata da don Stefano Giaquinto e la fondazione di don Luigi Merola.[71]
La formazione rossoblù viene invitata al Memorial vittime delle mafie promosso dalla fondazione Mario Diana, il 20 marzo a Quarto, insieme alla fondazione Libera, ad una selezione di giornalisti campani e al Quarto, formazione del campionato di Eccellenza diventata simbolo della lotta alla Camorra. Proprio contro il Quarto la Casertana disputa una partita amichevole imponendosi per due reti ad una.[72]
Il 6 maggio 2015 la Casertana partecipa alla "Partita del Cuore" allo Stadio Pinto, organizzata dall'Associazione San Francesco d'Assisi Onlus, evento che coinvolge anche i ragazzi di alcune scuole cittadine con musica dal vivo durante l'intervallo. I proventi sono stati interamente devoluti a tale associazione.[73] Tre giorni più tardi, il 9 maggio 2015, i calciatori rossoblù entrano in campo nel derby contro la Salernitana con una maglia che reca la scritta AL FIANCO DEI DIPENDENTI INDESIT, mostrando solidarietà nei confronti dei lavoratori dello stabilimento Indesit di Carinaro (CE), in procinto di essere licenziati da parte della Whirlpool.[74]
Nella stagione 2015-2016 si rinnova il pluriennale legame con la fondazione "A' voce d'é creature". Il 7 novembre 2015 viene annunciata la collaborazione tra la Casertana e l'associazione umanitaria Emergency,[75] mentre il 14 febbraio successivo i rossoblù sono scesi in campo dietro lo striscione dell'Unicef.[76]
Il 1º settembre 2017 la Casertana avvia un rapporto di collaborazione con LIVE Onlus, associazione molto attiva in ambito sportivo.[77] Il 12 ottobre comunica, ancora in collaborazione con gli RFC Ska Lions, la partecipazione alle "Action Weeks", iniziativa antirazzista lanciata dal FARE (acronimo di Football Against Racism in Europe).[78]
Nel 2019 collabora con l'associazione Casamore.
Settore giovanile
La Casertana è la prima squadra a vincere il Campionato nazionale Dante Berretti, nella stagione 1966-1967, torneo che prevedeva l'utilizzo di giocatori nati dal 1945 in poi ma che abbiano compiuto almeno il sedicesimo anno di età. Parteciparono 53 società di Serie C e 59 di Serie D per un totale di 112 squadre. La Casertana il 6 giugno 1967 batté in finale il Cesena diventando così campione d'Italia.
Diffusione nella cultura di massa
La città di Caserta ebbe un enorme risalto nella cronaca del 1969 perché presa d'assedio con episodi rivoltosi per circa dieci giorni, tra i quali l'incendio della stazione ferroviaria. La causa fu la mancata promozione della Casertana in Serie B per illecito sportivo, rivelatosi successivamente infondato. Questo evento, unico nella storia del calcio italiano, viene ricordato come la "Rivolta del pallone".[79]
La Casertana è citata nel film 11 metri di Francesco Del Grosso che ripercorre la vita di Agostino Di Bartolomei. Si parla dei rossoblu nel periodo in cui Di Bartolomei giocava per la Salernitana e della rivalità per la vetta della classifica alla fine degli anni ottanta tra Salernitana e Casertana. Nel film vi è anche uno spezzone dell'epoca che ritrae Di Bartolomei impegnato nel tirare un calcio di rigore allo stadio Pinto.[80]
Nel corso della stagione 2013-2014, visti i 19 risultati utili consecutivi inanellati, la Casertana attrae su di sé l'attenzione dei media, infatti la formazione rossoblu viene raccontata dalle telecamere del programma MediasetLa tribù del calcio e dai giornalisti del Guerin Sportivo.[81]
La squadra viene anche inserita nel video iniziativa che ha come unico obiettivo la promozione delle bellezze di Caserta e provincia della "Ha Fuso Produzioni" dove sulle note di Happy di Pharrell Williams, insieme anche ad altre realtà sportive casertane, come ad esempio la JuveCaserta Basket e la VolAlto Caserta, squadra di pallavolo della città della Reggia.[82]
È apparsa in due occasioni nel popolare programma televisivo Striscia la notizia all'interno della rubrica "Striscia lo striscione" condotta da Cristiano Militello. Una prima volta, durante la puntata del 28 settembre 2009, a causa della goliardica campagna abbonamenti 2009-10, il cui manifesto recava una caricatura del neopresidente degli Stati Uniti d'AmericaBarack Obama[83] con la scritta "Anche io tifo Casertana". La seconda volta invece è stata l'11 aprile 2017, nella quale fu mostrato il fortunoso gol dello stabiese Francesco Ripa durante il derby Juve Stabia-Casertana.[84]
La Casertana risulta presente con account ufficiali anche sui principali social network. È infatti attiva dal 2010 su Facebook, attraverso il quale è stata eletta dai tifosi in tre occasioni[85] (2014, 2016, 2017) al primo posto della "Social Pro League", competizione online riservata alle pagine ufficiali delle compagini di Lega Pro. A partire dal 10 ottobre 2013 è stato poi lanciato l'account Twitter, mentre dal 16 gennaio 2016 i Falchetti sono approdati anche su Instagram.[86] Il 2 novembre 2017 è stato lanciato anche il canale YouTube ufficiale.
Il calciatore con più presenze della storia della Casertana è l'attaccante Marco Fazzi, che tre il 1968 e il 1978 ha giocato 292 partite di Campionato e 25 di Coppa Italia.
Nel 1973-1974 è stato calciatore della Casertana il difensore Piero Volpi, diventato in due occasioni parte dello staff medico dell'Inter una volta ritiratosi. Infine, altri due prodotti delle giovanili approdati in prima squadra, Santino Piccolo (1948-1957) e Lello Farina (1947-1948), sono stati soci fondatori nel 1951, e in seguito allenatore e viceallenatore, della Juvecaserta Basket.
In 74 stagioni sportive disputate a livello nazionale a partire dall'esordio nel Direttorio Divisioni Superiori, compresi 1 campionato di Prima Divisione Meridionale (B) e 4 campionati di Serie C2. Oltre a numerose annate antecedenti il secondo conflitto mondiale, sono escluse le stagioni 1946/47, 1953/54, 2005/06, 2006/07 e 2008/09, nelle quali la Casertana partecipò ai massimi tornei del Comitato Regionale Campano.
La tifoseria casertana balzò alla ribalta nazionale già nel 1969, quando a causa di una presunta combine la squadra cittadina perse il diritto di iscriversi alla Serie B per la prima volta dopo aver vinto il campionato di Serie C 1968-1969. Sollecitati dalle autorità locali a protestare, i supporters organizzarono una violenta manifestazione che prese il nome di Rivolta del pallone. Negli anni 1970 nacquero i primi gruppi organizzati, come il Commando ultrà gradinata (durante la stagione 1978-1979) e i Fedelissimi. Negli anni 1980 il fenomeno ultras si allargò con la nascita di nuovi gruppi, in particolare i Fedayn Bronx (sorti dopo lo scioglimento dei Fedelissimi e sin dalla fondazione nel 1981 elemento trainante della curva). A questi fecero seguito i Crazy Boys (1982), il Cool Clan (1985), i Crips (1988-2012[136]), i Boys Vanvitelli, i Southern Boys (1988) e i New Rebels (1991), oltre a diverse sezioni sorte stesso in seno ai Fedayn Bronx come le Brigate (1990), i Mods (1990[137]), i Pessimi Elementi, l'Inferno (1990), il Gruppo Damigiana (1990), le Anime Infette e i Crazy Bulldog. Nei due decenni successivi, complice il fallimento della società, si sciolse la maggior parte dei gruppi minori, mentre si formarono i South Kaos (1994), le Menti Opache (1992), gli Autonomi, i Fedelissimi (1999), i Neds, i Bad Boys (2002) e i Rude Boys (2002). Intorno agli anni 2010 sono nati i 1908, le “nuove leve” (2014) i The Black Sheep, i Solo Per La Maglia (2016). A partire dalle ultime partite in casa della stagione 2017-18 (e dal 2018-19 anche in trasferta) la Casertana viene seguita anche dai Boys Caserta, gruppo nato per supportare la squadra cittadina di basket, la Juvecaserta. Verso la fine del 2022 una fazione giovanile fonda il gruppo Way of Life, che a partire dalla stagione 2023-24 segnala la propria presenza anche attraverso uno striscione. È esistito anche un Centro coordinamento dei clubs (o più semplicemente C.C.C.) che si interessava dei "club Casertana" sparsi per la Provincia.
Tradizionalmente gli ultras casertani sono vicini a posizioni politiche di sinistra, o comunque antifasciste e antirazziste. Inoltre, in diverse occasioni si sono schierati contro le guerre in Afghanistan e Iraq. Si ricordano anche battaglie di carattere ambientalistico relative, ad esempio, alla chiusura della discarica sita in località Lo Uttaro.
Il tifo organizzato casertano prese inizialmente posto nel settore distinti dello Stadio Pinto, per poi spostarsi in curva nord, poi nella sud e successivamente ancora nella più capiente curva nord negli anni 1990. Per motivi di agibilità dei settori sono infine stati costretti a tornare nei distinti.
Per quanto riguarda il seguito, oltre naturalmente che nel capoluogo, questo è molto radicato in diverse aree della Provincia, in particolare nei comuni della Valle di Suessola (San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Arienzo) e nella vicina Casagiove. Proprio a San Felice il 5 maggio 2015 è stato infatti inaugurato il primo "club Casertana" dal ritorno in Terza serie.[138][139]
La tifoseria casertana vanta due saldi e storici gemellaggi. Il primo è quello con i cosentini. Nato nel luglio del 1985, in occasione del raduno ultras a Fuscaldo promosso proprio dagli ultras del Cosenza, ha avuto modo di manifestarsi in più e diverse occasioni nel corso degli anni.[140][141] Il secondo, nato nel 1985 al pari di quello coi cosentini, è con i tifosi della Ternana, in particolare col gruppo Freak Brothers. Le tre tifoserie sono unite da una forte e reciproca stima, oltre che da comuni ideali politici, riconducibili all'idealismo di estrema sinistra.[142] Vi sono inoltre amicizie molto sentite con i tifosi del Cassino,[143] del Marsala[144] e del Messina,[145] reciproco rispetto invece con quelli della Viribus Unitis,[146] del Livorno e dell'Ilvamaddalena. In ambito internazionale invece sono ottimi i rapporti intrattenuti con la tifoseria del Mainz.[144][147] Per più di 30 anni i Casertani hanno condiviso una fraterna amicizia con la tifoseria dell'Avellino,[148] cominciata nel 1991 ed interrotta nel 2024, anche se permane profondo rispetto.
^ Fabio Mencocco, Ecco il nuovo stemma della Casertana, su interno18.it, Associazione "Interno18", 3 giugno 2014. URL consultato il 28 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
^La Juve Stabia a Striscia la Notizia, su metropolisweb.it, Citypress Società Cooperativa, 11 aprile 2017. URL consultato il 13 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2017).
^ Giuseppe Frondella, Caserta-Magonza, l'amicizia supera qualsiasi barriera, su sportpeople.net, Ragazzi di stadio, 23 settembre 2015. URL consultato il 19 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2017).
^Determinazione n. 19/2015 del 22 aprile 2015 (PDF), su osservatoriosport.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 29 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
^Niente tifosi a Ischia per la Casertana, su sportpeople.net, Ragazzi di stadio, 24 ottobre 2015. URL consultato il 29 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2017).
^Quella volta che Fidelis Andria-Casertana..., su sportpeople.net, Ragazzi di stadio, 11 dicembre 2015. URL consultato il 29 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
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