Nella mitologia e cosmografia induista, il paradiso di Indra, conosciuto come Svargaluce del cielo»[1]), Svarloka o Indraloka, è situato sulla cima del monte Meru.

Fregio con gandharva e apsara, abitanti di Svarga.

Il paradiso di Indra simboleggia il piacere sensuale estremo e ogni tipo di godimento.[2]

In esso dimorano, insieme alle ninfe, le apsara, e con i musici celesti, i gandharva,[2] i mortali che sono stati benedetti.[3] In questo luogo si trova anche Kāmadhenu, la "vacca dell'abbondanza", e Pārijāta, l'albero che realizza tutti i desideri.[2]

Indra risiede nel suo palazzo, Vaijayanta, situato nella capitale Amarāvatī.[2]

Mentre nell'Induismo vedico si credeva che si potesse accedere a questo paradiso tramite appropriati sacrifici, con il successivo Vedānta si svilupparono i concetti di saṃsāra e mokṣa.[4] Nell'Induismo recente questo paradiso viene considerato una forma di beatitudine inferiore rispetto ad altre quali la dimora celeste di Visnù, Vaikuntha, o a quella data dalla fusione con Brahman.[3]

Il termine Svarga, pertanto, viene a volte usato per indicare anche un generico paradiso e non specificamente quello di Indra, venendo annoverato come uno dei sette piani di esistenza chiamati loka, ossia livelli celesti superiori alla terra.

Note

  1. ^ Dallapiccola 2005, pag.260.
  2. ^ a b c d Klostermeier 2001, pag.87.
  3. ^ a b Klostermeier 2001, pag.180.
  4. ^ Klostermeier 2001, pag.135.

Bibliografia

  • Anna L. Dallapiccola, Induismo. Dizionario di storia, cultura, religione, traduzione di Maria Cristina Coldagelli, Milano, Bruno Mondadori, 2005, ISBN 978-88-6159-041-0.
  • Klaus K. Klostermeier, Piccola enciclopedia dell'Induismo, Edizioni Arkeios, 2001, ISBN 978-88-86495-59-2.

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