ISO/IEC 17025: History and introduction of concepts
I Luvi furono un popolo indoeuropeo del ramo anatolico, caratterizzato dall'uso della lingua luvia e storicamente stanziato nella parte centro-meridionale dell'Anatolia (II millennio a.C.).
Dopo la caduta dell'Impero ittita la parte orientale del regno ritornò a essere frammentato in numerose città-Stato e principati indipendenti, noti soprattutto grazie a fonti assire: Kummuhi (la Commagene di epoca classica), Milid (Militene), Tabal (Tubal nella Bibbia), Tiantis sul Tauro. Queste città raccolsero i profughi in fuga dal nucleo dell'Impero ittita dopo che questi cadde, a opera dei Popoli del Mare e dei Frigi, nel XII secolo a.C.; i nomi dei sovrani che sono stati tramandati fino a noi (Sapalulme, Katuzili, Mutallu, Lubarna) attestano una continuità, per lo meno onomastica, con i sovrani ittiti.[2]
Nelle varie città luvie sono state rinvenute testimonianze scritte della loro lingua, il luvio, redatte in un'originale scrittura geroglifica, raro caso di scrittura elaborata autonomamente da un popolo indoeuropeo.[2] Tale lingua è attestata anche nella regione di Arzawa, da alcuni identificata con la Troia omerica nonostante Arzawa si collocasse piuttosto nell'Anatolia sud-orientale, anziché nella porzione nord-occidentale.[2]
Note
- ^ Francisco Villar, p. 350, 1997.
- ^ a b c Francisco Villar, pp. 351-352, 1997.
Bibliografia
- H. Craig Melchert (a cura di), The Luwians, Leiden, Brill, 2003, ISBN 90-04-13009-8.
- Villar Francisco, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 1997, ISBN 88-15-05708-0.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Luvi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Luwian, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.