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Emblema (in greco antico: ἔμβλημα?, émblema, dal greco antico: ἐμβάλλω?, embállo, "ciò che è messo dentro") è una rappresentazione simbolica adottata per raffigurare un'idea della quale esprima proprietà particolari ed essenziali; di solito è accompagnata da qualche parola (un verso, un motto o una sentenza) che ne chiarisce meglio il significato[1].
Significato
Per i Latini significava mosaico o figura ornata in rilievo, mentre nell'accezione moderna si tratta di un'immagine, di solito accompagnata da un motto e da una dichiarazione in versi, talvolta anche da un commento in prosa[2].
Uno stemma gentilizio può essere un emblema, così come il marchio di fabbrica di un'impresa commerciale o il simbolo di uno Stato (ad esempio l'emblema della Repubblica Italiana).
A un livello più astratto un emblema è un'entità in cui è fortemente presente una caratteristica, al punto che tale entità è in grado di definirla e quindi in grado di evocare in chi lo osserva un'idea o un'emozione non necessariamente esplicita. La differenza tra stemma e emblema è principalmente l'assenza di uno scudo nel secondo.
Emblematica
L'emblematica fu un genere letterario le cui origini possono essere rintracciate già nel medioevo, ma che una sua particolare fortuna, per circa due secoli, soprattutto a partire dal Rinascimento. Si trattava di raccolte di allegorie illustrate da versi latini. Artefice di questa fortuna fu Andrea Alciati, con i suoi Emblemata, pubblicati ad Augusta nel 1531 e oggetto di centinaia di edizioni e volgarizzamenti in varie lingue europee. Altro esponente del genere letterario fu Pierre Coustau (alias Petrus Costalius, floruit 1555), con i suoi Pegma, cum narrationibus philosophicis, opera pubblicata a Lione nel 1555, per i tipi di Macè Bonhomme, frutto dell'idea innovativa di accompagnare ciascuna allegoria con commenti filosofici compiuti e autosufficienti, in una maniera che può essere accostata alla forma dei Saggi di Michel de Montaigne.
Note
Bibliografia
- Valérie Hayaert, "Mens emblematica" et humanisme juridique. Le cas du "Pegma cum narrationibus philosophicis" de Pierre Coustau (1555), Librairie Droz, Ginevra, 2008.
- Valérie Hayaert, De l'art de la jurisprudence à celui de l'emblème chez André Alciat et Pierre Coustau: æquiparatio, acumen et satire, Actes du colloque «Intimacy of Law in the Renaissance», Bruxelles-Liegi 22-24 marzo 2007.
- Alison Adams, Stephen Rawles, Alison Saunders, A Bibliography of French Emblem Books, 2 volumi, Librairie Droz, Ginevra, 1999-2002.
- Daniel S. Russell, Peter M. Daly, e Michael Bath (a cura di), Emblematica. An Interdisciplinary Journal for Emblem Studies, luglio 2012 ISBN 978-0-404-64769-8.
- Giuseppina Ledda, Contributo allo studio della letteratura emblematica in Spagna (1549-1613), realizzato con i contributo del CNR, Università degli studi di Pisa, 1970.
- Umberto Caldora, Emblema, in Grande dizionario enciclopedico, V, II, Torino, UTET, 1956, pp. 7-8.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «emblema»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su emblema
Collegamenti esterni
- Mario Praz, EMBLEMA, in Enciclopedia Italiana, XIII, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932. URL consultato il 26 marzo 2022.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 2748 · LCCN (EN) sh85042693 · GND (DE) 4014553-0 · BNE (ES) XX528344 (data) · BNF (FR) cb11931965s (data) · J9U (EN, HE) 987007540948705171 |
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