Nella filosofia del tempo, il cosiddetto presentismo è la convinzione che esista solo il presente, mentre il futuro e il passato o sono irreali[1] o se ne può debitamente prescindere, in quanto inutili perché privi di valore euristico[2].

Caratteristiche

Le entità "passato" e "futuro" a livello filosofico vanno, secondo i sostenitori di quest'approccio gnoseologico, considerate come costrutti logici o finzioni. In alcune versioni del presentismo, questa convinzione si estende ad oggetti atemporali o idee (ad esempio i numeri) diventando una sorta di attualismo.[3] Secondo il presentismo, gli eventi e le entità che sono totalmente nel passato o totalmente nel futuro non esistono affatto.

La declinazione di questo approccio, in termini di antropologia culturale, non è meno dirompente: «la contrazione del tempo storico all'interno di un orizzonte concettuale ed esistenziale in cui tutto, ogni evento, ogni fatto, appare schiacciato e simultaneo. Una condizione socio-culturale recente, favorita secondo molti osservatori dal diffondersi su scala globale della comunicazione digitale e delle nuove tecnologie informatiche»[4].

Eternalismo

Il presentismo è opposto all'eternalismo ( o Block Universe) , ossia alla tesi secondo cui gli eventi del passato, del presente e del futuro esistono tutti eternamente (ma non contemporaneamente). Ad esempio la battaglia di Manzicerta, oppure esseri defunti come il cavallo Bucefalo di Alessandro Magno, esisterebbero tuttora. Lo stesso tipo di esistenza non intensiva (non qui ed ora) varrebbe anche per tutti gli esseri ed eventi futuri.

L'eternalismo è esemplificato in fisica dalla teoria dell'universo a blocco, in cui tutti gli eventi dello spaziotempo di Minkowski sono ontologicamente equivalenti.

L'universo a blocco è descritto come un unico blocco quadridimensionale dello spaziotempo, contenente tutti gli eventi che sono accaduti, accadono e accadranno, secondo la nostra usuale percezione del tempo.

«Anche nel congedarsi da questo strano mondo mi ha preceduto di poco. Questo non significa nulla. Per noi, che abbiamo fede nella fisica, la separazione tra passato, presente e futuro ha solo il significato di un'illusione, per quanto tenace.»

Nella cultura di massa

La “semplificazione presentista del tempo”[5] si riscontrerebbe anche nella post-verità, che si vale di "temporalità atrofizzate in una sorta di permafrost astorico e gaudente (...) dentro un sistema irriflesso istintivo e istantaneo come quello dei flussi monetari, mercantili, consumistici ed emozionali".[6]

Note

  1. ^ Presentism, Eternalism, and The Growing Universe Theory
  2. ^ D. Di Bartolomeo, Lo specchio infranto. Regimi di storicità e uso della storia secondo François Hartog, in Storica (2011) Vol. 49, p 68.
  3. ^ Aa.Vv., Rivista di filosofia neo-scolastica, vol. 97, pag. 306, a cura di Agostino Gemelli, Università cattolica del Sacro Cuore, 2005.
  4. ^ Alessandro Campi, A cosa serve la nazione?, in Nazione e patria. Idee da conservare, Rubbettino ed., Soveria Mannelli, 2023, p. 74.
  5. ^ Fabio Merlini, L’estetica triste (Bollati Boringhieri, 2019).
  6. ^ Carmine Castoro, Fra postverità e nuova “emocrazia”. Tutto in nome di soldi e inganno, L´Unitá, 11 luglio 2019.

Bibliografia

  • Riccardo Luccio, Storia della psicologia. Un'introduzione, Roma, Editori Laterza, 2013, ISBN 978-88-593-0008-3.

Collegamenti esterni

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