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Il night club (traducibile in "circolo notturno" e spesso detto semplicemente club o in italiano nella forma abbreviata night)[1] è un locale notturno caratterizzato da un'atmosfera soffusa e musica generalmente dal vivo. Solitamente vi si possono consumare bevande alcoliche ed è possibile ballare.
La differenza con i bar e i pub sta nella presenza della musica dal vivo o di un disc jockey e di una pista da ballo. Inoltre, bar e pub sono principalmente dei punti di ristoro e socializzazione, mentre i night club si concentrano più sull'intrattenimento dell'avventore. La differenza con la discoteca è più labile, tanto che in inglese i due termini sono trattati come sinonimi[2]. Nell'accezione italiana tuttavia il night club è in genere di dimensioni inferiori rispetto alla discoteca, e dall'atmosfera più raccolta.
I generi musicali che si incontrano oggi in un locale notturno vanno dal jazz allo swing dallo smooth jazz al cool jazz dalla salsa all'house al rap, anche se alcuni momenti della serata possono essere dedicati al cosiddetto "ballo della mattonella".
L'epoca d'oro dei night club in Italia risale agli anni cinquanta e continuò fino ai primi anni sessanta. In quel periodo erano spesso locali molto eleganti, con un servizio impeccabile e orchestre di prima qualità come quelle di Renato Carosone, Marino Marini, Bruno Quirinetta, Gastone Parigi, Peter Van Wood, Franco e i G5, Bruno Martino, Marino Barreto Jr., Riccardo Rauchi, (con i cantanti Sergio Endrigo e Riccardo Del Turco), Peppino di Capri, Fred Bongusto, Guido Pistocchi e molte altre. I complessi più noti avevano sempre come supporto quella che veniva chiamata "la seconda orchestra", il cui compito era di aprire e chiudere la serata e accompagnare i numeri di varietà. Le attrazioni venivano scritturate dai celebri Lido di Parigi e Folies Bergere, sempre di Parigi. Ai clienti si richiedeva un abbigliamento adeguato, lo champagne era d'obbligo e i conti alla fine della serata erano anch'essi all'altezza.
«C'è stata un'epoca in cui i musicisti italiani erano i più apprezzati e richiesti in tutto il mondo, pari soltanto ai colleghi americani. Le nostre orchestre si esibivano alla Carnegie Hall di New York, riempivano lo stadio di Mosca, erano la principale attrazione all'Olympia di Parigi, venivano acclamate per le strade di Londra proprio come anni più tardi sarebbe accaduto ai Beatles. Erano le formazioni italiane di night-club, dirette da capi-orchestra che si chiamavano Bruno Quirinetta, Armando Zingone, Renato Carosone, Marino Marini, Riccardo Rauchi, Fred Buscaglione, Bruno Martino e tanti altri ancora.[3]»
Dal 1946 al 1964 i night club offrivano un genere di intrattenimento che affascinò la borghesia negli anni del boom economico e rappresentarono una stagione irripetibile di risorse artistiche, sia musicali che di varietà sino alla fine degli anni settanta. Poi verso i primi anni ottanta questo tipo di locali iniziò a scomparire.
I più rinomati erano:
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